L'
Austria "in caso estremo" potrebbe
chiudere completamente la
frontiera del Brennero. Lo ha detto il ministro della Difesa austriaco Hans Peter Doskozil - secondo quanto riporta l'agenzia austriaca Apa - durante una riunione del suo partito, lo Sphe, a Innsbruck.
Doskozil ha ribadito che se l'Italia continuasse a far passare i profughi e non riprendesse indietro i respinti, con il Tirolo trasformato in una grande sala d'attesa, "chiederemo all'Italia di poter controllare noi anche sul suo territorio". E
in caso di emergenza, "dovremo chiudere i confini".
Il ministro ha inoltre avvertito: se l'Italia continuasse a far passare i migranti e la Germania dovessero continuare a monitorare il suo confine come fatto finora "avremmo un serio problema" in Tirolo, trasformato in una "sala d'attesa".
"Dobbiamo andare in offensiva", ovvero "annunciare controlli di confini e creare le misure legislative" ha proseguito facendo riferimento all'inasprimento del diritto d'asilo in Austria che scatterà dal primo giugno.
Al momento, ha spiegato il ministro, "abbiamo tra le 100 e le 150 nuove procedura di asilo giornaliere. Tra le 16-17mila richieste sono invece state presentate all'inizio di quest'anno". Il tetto massimo annuale fissato dall'Austria è di 37.500 domande di asilo.
Il Ministro degli Interni di Vienna: non c'è alcun progetto di "muri"
Non c'è nessun progetto di "muri" al
Brennero, almeno per ora. Lo dice al Corriere della Sera il ministro austriaco dell'Interno
Johanna Mikl-Leitner
sottolineando che "la politica di gestione del valico tra
Austria e Italia non ha nulla a che fare con il voto. E non c'è
propaganda".
"L'Ue ha un'unica strada:
ripartire le quote di profughi in
ogni nazione", sottolinea. "Quanto all'Italia, i nostri
programmi li abbiamo ripetuti una settimana fa al ministro
Alfano. Lui e Renzi sanno benissimo qual è la situazione". "Il
mio governo farà di tutto per evitare misure drastiche al
Brennero. A un patto. Che dei "nuovi" profughi dovrà occuparsi
l'Italia. Sarà l'Italia a identificarli e a gestirli".
Il cardinale Christoph Schonborn: "Una sensazione di tristezza"
"Stiamo mostrando il volto di un'Europa dal cuore duro". Lo afferma in un'intervista alla Stampa
il cardinale Christoph Schonborn,
arcivescovo di Vienna,
a proposito delle notizie che arrivano dal
Brennero.
Quello che accade al confine tra
Austria e
Italia, dice, gli
provoca "una sensazione di tristezza. L'opposto della
misericordia, alla quale ci richiama in continuazione
Papa
Francesco, è
l'indurimento del cuore. Ecco, in Europa stiamo
vivendo una situazione di questo tipo. Invece di accogliere
pensiamo ad innalzare nuove barriere". "Dobbiamo cercare di
costruire, tutti insieme e senza lasciare soli i Paesi di
frontiera o i Paesi più piccoli, un'
Europa che non ruoti solo
intorno all'economia, ma anche alla sacralità della persona
umana.
Dove sono andati a finire i valori che ci hanno unito ?",
si chiede.
"Il Papa, prima con il suo viaggio a
Lampedusa e ora con la
visita a
Lesbo ci ricorda che siamo di fronte a delle persone
umane". "Accogliere e ricordare i valori fondanti dell'Europa
non significa non porsi il problema di come governare il
fenomeno migratorio e le emergenze", sottolinea il cardinale. Ma
"bisogna mettere sempre al centro la dignità umana degli
immigrati, che non sono numeri per le nostre statistiche. Sono
donne, bambini, giovani, uomini, anziani. Persone in carne e
ossa che fuggono dalla disperazione, che hanno lasciato tutto,
che spesso non hanno più una casa. Finché non ci abitueremo a
vedere i volti in carne e ossa delle persone dietro i numeri,
non ritroveremo quel cuore che l'Europa, l'
Europa cristiana, sembra aver smarrito".
Tirolesi contro Vienna
Quelle del ministro della difesa austriaco Hans Peter Doskozil sono affermazioni che "non sono di utilità per nessuno e sicuramente non portano a
quell'atteggiamento coordinato tra gli Stati che invece sarebbe
necessario". Lo dice il segretario politico
Svp Philipp
Achammer, ricordando come il suo partito si sia già espresso più
volte contro i controlli al confine del Brennero.
"La
Svp - afferma
Achammer - ha sottolineato in maniera
estremamente chiara che una soluzione al problema dei profughi
si potrà avere soltanto attraverso un modo di operare comune.
Perciò gli Stati debbono intensificare i propri sforzi per una
soluzione concordata". Achammer afferma infine di avere
"comprensione per la particolare situazione in cui si trova
l'Austria, ed anche l'Italia - sottolinea - deve fare i suoi
compiti a casa. Se proprio i controlli alla frontiera saranno
inevitabili, in questo caso dovranno essere ridotti al minimo
necessario".
Il ministro degli Esteri Gentiloni: brutto segnale per l'Europa
Per il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, se l'ipotesi di bloccare la frontiera da parte dell'Austria fosse una decisione concreta, "sarebbe
grave perché significa dimenticare che i problemi vanno
affrontati insieme" e sarebbe "un brutto segnale per l'Europa".
"Vedremo di che cosa si tratta - ha detto il ministro oggi a Milano - se si tratta di parole o gesti significativi, credo non ci saranno conseguenze sul
terreno. Se, invece, ci saranno i muri sarebbe grave perché
significa dimenticare che i problemi vanno affrontati insieme e
non certo, come ha ricordato il presidente della Repubblica,
erigendo barriere". "Non è ancora chiaro - ha proseguito
Gentiloni - se si tratti di annunci o decisioni concrete:
abbiamo sempre collaborato con l'Austria, mi auguro che si
tratti annunci e non di decisioni che sarebbero negative per la
nostra economia, ma soprattutto, un brutto segnale per
l'Europa".