Camera. Unioni civili, mercoledì la fiducia
Unioni civili avanti tutta. Respinte le pregiudiziali di costituzionalità e la richiesta di sospensiva presentate dalla Lega, ma anche quella di stralciare la parte sulle convivenze di fatto proposta da Fi, il secondo giorno di dibattito alla Camera sul ddl Cirinnà è stato caratterizzato da nuove polemiche sull'annuncio del governo di mettere la fiducia. Una decisione comunicata giorni fa dal premier Matteo Renzi ed ufficializzata oggi come da copione dal ministro delle Riforme Maria Elena Boschi tra le proteste. Mercoledì alle 14,10 ci sarà la prima chiama per il voto di fiducia, dalle 12 inizieranno le dichiarazioni di voto. Il voto finale sul provvedimento dovrebbe arrivare tra domani sera e la giornata di giovedì. Il timing è condizionato dal numero degli ordini del giorno che saranno presentati entro le 10 di domani mattina. Il voto finale sul ddl, infatti, si svolgerà solo una volta terminato l'esame di tutti gli ordini del giorno. Per questo, viene spiegato, è anche possibile che il via libera definitivo al ddl unioni civili slitti alla giornata di giovedì.
Lega e Fi: democrazia a rischio. A Montecitorio il clima è teso. La Lega si scaglia contro la maggioranza colpevole, è l'accusa del capogruppo Massimiliano Fedriga, di applaudire il ministro Boschi nel momento in cui annuncia la fiducia sul ddl unioni civili. Fedriga va giù duro, alzando il tono della voce in Aula: "la maggioranza applaude persino quando il governo mette la fiducia. Siete dei servi della gleba che per essere ricandidati fate di tutto. Vergognatevi". E ancora: "Siete 4 lacchè di Renzi". Fedriga chiede quindi l'intervento di Boldrini, Grasso e Mattarella perchè "è a rischio la democrazia parlamentare". Si appella a Mattarella anche il capogruppo di Fi Renato Brunetta. "Ignobile e aberrante mettere la fiducia su una materia come le unioni civili. E addirittura per soffocare la discussione sugli emendamenti che avrebbe preso al massimo un paio d'ore" dice il presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta, al termine della capigruppo che ha stabilito la tempistica sul voto di fiducia. "L'uso squadristico della questione di fiducia per soffocare il dibattito parlamentare. Siamo in una deriva autoritaria" aggiunge Brunetta. Botta e risposta tra i candidati sindcati di Roma. "Non ho nulla contro il riconoscimento dei diritti civili, ma non è compito del sindaco fare queste cose per cui non celebrerò unioni gay se dovessi vincere le elezioni" ha detto il candidato del centro-destra Alfio Marchini. - "Marchini dice di essere contrario alle unioni civili. Io invece non vedo l'ora di votare la legge alla Camera". Così su Twitter il candidato sindaco del centrosinistra, Roberto Giachetti. E la relatrice del ddl sulle unioni civili Monica Cirinnà accusa Marchini di voler essere un sindaco che non rispetta la legge. "Le unioni civili, una volta approvate definitivamente dal Parlamento non sono derogabili per scelta politica" sottolinea.