Amman. Premio internazionale per il Manifesto interreligioso» sul fine vita
Alessandro Bazzoni (Asl Roma 1), Mariangela Falà (Tavolo Interreligioso di Roma) e Pier Francesco Meneghini (presidente Gmc-Università Cattolica)
È andato al recente «Manifesto interreligioso dei diritti nei percorsi di fine vita» il secondo premio - medaglia d'argento della World Interfaith Harmony Week, istituita dall'Onu nel 2010 su proposta di Re Abdullah II di Giordania. La cerimonia di consegna è avvenuta nella mattinata di mercoledì 17 aprile ad Amman. Il documento, che definisce i diritti, il rispetto della dignità e il supporto religioso e spirituale per chi si trova nella fase finale della vita in strutture sanitarie, è stato redatto da un gruppo promotore costituito da Asl Roma1, Tavolo interreligioso di Roma e Gmc Gemelli Medical Center-Università Cattolica (Hospice Villa Speranza) insieme ai rappresentanti delle diverse religioni.
«Questo riconoscimento ci inorgoglisce, è una conferma che siamo sulla strada giusta e dà ulteriore impulso alla nostra azione – si commenta dal gruppo promotore – affinché i principi, da tutti condivisi, si traducano in realtà viva all'interno delle strutture sanitarie italiane per il bene di ogni paziente al termine del proprio percorso esistenziale. Stiamo per questo definendo insieme le linee guida per dare concretezza ai nove diritti del morente». Il Manifesto, presentato in febbraio a Roma, si articola infatti in altrettanti punti che prendono in esame l'intero ventaglio delle necessità spirituali durante il percorso di fine vita, contemplando anche la difficile situazione che si trova a vivere la famiglia del malato.
«È un piccolo tassello di un grande movimento internazionale di persone che, a ogni livello, a partire da papa Francesco, si impegnano a realizzare ponti e non a ergere muri. E questo – spiega Pier Francesco Meneghini, presidente di Gmc-Università Cattolica-Hospice Villa Speranza – vale anche per il momento supremo dell'esistenza terrena. Il premio è un ulteriore stimolo per fare circolare il Manifesto in tutta Italia, facendolo conoscere a livello diocesano».