Vita

Trapianti. Trent'anni dopo, il dono di Nicholas Green dà ancora frutto

Giovanna Sciacchitano sabato 28 settembre 2024

Un contenitore speciale per il trasporto di organi

Ogni giorno all’Ospedale Niguarda viene effettuato un trapianto, di ogni tipo di organo. Complessivamente quasi 400 all’anno. Ogni intervento è il frutto di un gesto di grande solidarietà che è la donazione di organi. L’ospedale milanese è all’avanguardia anche per il trapianto di rene gestito interamente da due robot chirurgici e per l’impiego di un cuore artificiale che ha salvato la vita di un paziente in attesa del vero e proprio trapianto di cuore.

L’occasione per illustrare queste eccellenze è stato il “NiguarDay”, una giornata di spettacoli e concerti gratuiti per sensibilizzare sull’importanza della donazione di organi. I coniugi Reginald e Maggie Green, giunti dagli Stati Uniti, hanno ricordato la storia del figlio Nicholas che proprio 30 anni fa, a soli sette anni, venne ucciso da un proiettile sulla Salerno-Reggio Calabria. Senza esitare, la famiglia decise di donare i suoi organi che permisero a sette persone di continuare a vivere. Questo gesto ha contribuito a diffondere la cultura della donazione nel nostro Paese.

I coniugi Green con la professoressa Frigerio alla giornata celebrativa del Niguarda di Milano - Ansa

«Dietro ogni singolo trapianto – ha spiegato Alberto Zoli, direttore generale dell’Ospedale Niguarda – ruotano ogni giorno centinaia di vite: quelle delle famiglie del donatore e del ricevente, ma anche quelle delle decine di professionisti che si prendono cura del paziente e che rendono materialmente possibile l’intervento. È uno sforzo logistico, organizzativo, chirurgico e clinico senza pari: ospedaliero, regionale e nazionale. Una complessità che si può affrontare solo a partire da centri come Niguarda, veri riferimenti per l’attività trapiantologica dove si concentrano le giuste professionalità, una grande casistica e un alto livello di organizzazione».
Il Niguarda di Milano è uno dei pochi centri in Lombardia e in Italia ed effettuare trapianti per quasi tutti gli organi: cuore, polmone, pancreas, rene, fegato, oltre ai trapianti di tessuti e cellule (come ad esempio cornee, pelle, cartilagine e midollo osseo). Dal 1972 ad oggi sono stati effettuati più di 3mila trapianti di rene, 140 di pancreas e 2.600 trapianti di fegato di cui 125 da donatore vivente. Nell’ospedale c’è anche una Banca della Pelle, un laboratorio specializzato nell’ingegnerizzazione di cute e cartilagine.


Per il trapianto di rene sono state organizzate due sale operatorie adiacenti, ciascuna con un robot chirurgico ed è stato “orchestrato” contemporaneamente sia il prelievo dell’organo dal donatore vivente, sia il trapianto nel paziente ricevente. «Abbiamo iniziato a fare prelievi robotici nel 2008, tra i primi in Italia e ad oggi ne abbiamo già fatti oltre 200 – ha commentato Luciano De Carlis, direttore Chirurgia Generale e dei Trapianti -. Ora abbiamo un vero e proprio programma dedicato anche al trapianto: ne abbiamo già eseguiti quattro ed è un’attività che porterà grandi risultati perché la mininvasività, e soprattutto la rapidità di intervento, ci consentono di aumentare ulteriormente l’efficacia, a tutto vantaggio della persona trapiantata».


Un’altra frontiera è quella del cuore artificiale, che è stato impiantato in un paziente di Niguarda con una grave cardiopatia avanzata e un grave scompenso cardiaco. Era in lista per un trapianto di cuore, ma le sue condizioni generali si stavano rapidamente deteriorando mettendo a rischio anche altri organi. La soluzione è arrivata con un vero e proprio cuore artificiale totale che i cardiochirurghi hanno impiantato nel petto del paziente in attesa di poterlo sostituire con un cuore vero. «Questo – ha spiegato Claudio Russo, direttore Cardiochirurgia e Trapianto del Cuore - ci ha permesso di guadagnare tempo prezioso e di arrivare fino all’intervento definitivo, avvenuto circa 9 mesi dopo». Risultati record che hanno bisogno anche di una grande sensibilizzazione sul tema della donazione.