Transgender. Il Papa incontra i genitori di “Generazione D”: no ad approcci ideologici
Un richiamo «sull’importanza di non attuare approcci ideologici che prescindano dalle situazioni concrete» e a muoversi con «estrema prudenza». L’ha espresso il Papa incontrando prima di Natale una rappresentanza di Generazione D, l’associazione di genitori con figli che si identificano come transgender, realtà impegnata a fare informazione sulla condizione dei ragazzi con disforia di genere spesso già sottoposti a trattamenti farmacologici e chirurgici invasivi. Dell’incontro, in forma privata, l’associazione dà notizia con un comunicato sul suo sito alcuni giorni dopo il suo svolgimento informando che Francesco li ha accolti «con calore ed empatia» e «ha condiviso le perplessità espresse» dai madri e padri preoccupati dalla «crescente platea di bambini e giovani che con sempre maggiore frequenza, e spesso all’improvviso, si auto-identificano come transgender, trovando sovente un’immediata affermazione da parte di professionisti, educatori e religiosi».
Questi ultimi, precisa la nota di Generazione D riferendo del colloquio col Papa, talora sono «mossi dalla comprensibile – ma errata – convinzione che l’istantanea convalida delle richieste del ragazzo rappresenti l’unica forma possibile di accoglienza e supporto». A Francesco la delegazione che si è recata in Vaticano a nome «degli oltre 130 genitori italiani iscritti all’Associazione» ha raccontato «testimonianze sui ragazzi che vivono l’incongruenza di genere», sottolineando «l’importanza di operare una netta distinzione fra la condizione omossessuale e quella transgender, la quale, al contrario della prima, comporta medicalizzazioni a vita e interventi chirurgici mutilanti in età anagrafica sempre più precoce». Il Papa ha ascoltato i racconti e le riflessioni dei genitori, che vivono molto spesso una situazione di grande sofferenza e di solitudine, «ha condiviso le perplessità espresse», come riferisce ancora la nota diffusa anche tramite la newsletter associativa, e «ha esternato vivo apprezzamento per il messaggio veicolato dall’associazione, incoraggiando a continuare con determinazione sulla strada intrapresa».
La «profonda apprensione» alla quale hanno dato voce i genitori che hanno incontrato il Papa è che «la maggior parte delle istituzioni e delle opinioni dominanti propongano l’approccio affermativo come unica opzione possibile, prospettando a giovani vulnerabili, frequentemente affetti da altre comorbilità, soluzioni spesso puramente illusorie, che si traducono in interventi medicali estremi, dagli effetti collaterali gravi o incerti». Al Santo Padre i rappresentanti di Generazione D hanno voluto esprimere «l’importanza, anche da parte della autorità ecclesiastiche, di invitare tutti gli educatori e i religiosi all’estrema prudenza nell’approccio con i giovani che si identificano come transgender, raccomandando sempre il coinvolgimento della famiglia». La convinzione di Generazione D è che «esortare i giovani alla profonda esplorazione interiore e a un adeguato percorso di riflessione rappresenta il miglior approccio da adottare», in modo da evitare che comportamenti improntati a uno spirito di accoglienza e inclusione si possano involontariamente tradurre in rapide e imprudenti affermazioni del sentimento di incongruenza».
Nella sua nota l’associazione ricorda alcuni interventi pubblici del Papa sulla delicatissima questione, come quello in marzo al convegno internazionale “Uomo-Donna immagine di Dio. Per una antropologia delle vocazioni” nel quale disse che «è molto importante che ci sia questo incontro fra uomini e donne, perché oggi il pericolo più brutto è l’ideologia del gender, che annulla le differenze. Ho chiesto di fare studi a proposito di questa brutta ideologia del nostro tempo, che cancella le differenze e rende tutto uguale; cancellare la differenza è cancellare l’umanità. Uomo e donna, invece, stanno in una feconda tensione». Un giudizio e un auspicio che Generazione D – «associazione apartitica e aconfessionale» – condivide e sostiene, tanto da aver chiesto l’incontro privato con Francesco, riconoscendo «vero per sé, e per tutti – come scrive nel comunicato che riassume l’udienza concessa dal Pontefice – l’invito del Papa all’ascolto e alla comprensione delle persone transgender, nella profonda convinzione che dignità e rispetto debbano essere garantiti a qualsiasi individuo».
L’associazione esprime infine la «speranza che la Chiesa e le altre istituzioni influenti statali e sovranazionali lavorino di comune accordo per fornire una risposta equilibrata, etica e scientificamente corretta al crescente fenomeno delle auto-identificazioni transgender fra gli adolescenti e i giovani adulti». E ora, «rafforzata nel proprio convincimento dall’apprezzamento papale, rinnova il proprio impegno a collaborare con chiunque sia interessato a sviluppare un approccio scientifico serio e prudente ad esclusiva protezione delle persone coinvolte da sofferenza identitaria».