Trani. «Pronto, sono il Papa»: la videochiamata per Saverio, 16 anni, malato di tumore
Saverio (a sinistra) con la sua famiglia
Per la precisione, erano le 18.49 di martedì 7 gennaio quando a Valentina Oreste, casalinga di Trani, giunge una chiamata, inaspettata quanto la «più bella della nostra vita».
Saverio - .
«Pronto», e dall’altro capo: «Sono papa Francesco»; «Santità – con voce tremante per la sorpresa - è un onore, sono emozionata, non riesco a parlare, scusatemi»; «Ho ricevuto la lettera» dice il Santo Padre; e lei: «ma non abbiamo inviato nessuna lettera»; «sì, lo so – interviene il Papa – ma altri lo hanno fatto per voi». Ed è lui stesso a riferirle che la missiva gli era stata inviata da due sacerdoti di Trani, don Dino Cimadomo e don Vincenzo de Ceglie, rispettivamente parroci di San Magno vescovo e martire e Santi Angeli Custodi. I quali, alla vigilia di Natale, in occasione dell’apertura dell’Anno giubilare dedicato alla Speranza, aprivano così una lettera poi inviata alla Santa Sede: «Padre Santo, siamo due presbiteri della Diocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, ci permettiamo, con umiltà e con il cuore colmo di fiducia, di scriverLe questa lettera per portarLe la storia di un giovane che sta affrontando una malattia impegnativa. Saverio è un ragazzo di appena sedici anni, la cui vita è stata segnata da una croce molto pesante: una malattia oncologica ormai in uno stadio avanzato che si è diffusa in tutto il corpo». I due sacerdoti raccontano che «nonostante la sofferenza che affronta ogni giorno, Saverio mostra una forza interiore e una serenità che sorprendono chiunque lo incontri. La sua fede nel Signore, che coltiva, è diventata per lui un rifugio e una fonte inesauribile di conforto. Padre Santo, Saverio Le vuole un bene immenso. Ha espresso più volte il desiderio di poter ricevere da Lei una parola di conforto, una telefonata o anche solo un pensiero scritto che possa accompagnarlo in questo momento così difficile». E concludono: «Come presbiteri, ci sentiamo chiamati a essere vicini a lui in questa prova, ma sappiamo che il Suo gesto paterno potrebbe portare a Saverio una gioia che non si può descrivere a parole, come un raggio di luce nelle sue ore più buie. Sarebbe un dono immenso per lui sapere che il papà della Chiesa prega per lui e lo accompagna spiritualmente».
Saverio con i sacerdoti che hanno scritto al Papa per parlargli di lui - .
Ed eccoci a Valentina, che ci racconta quanto accaduto dopo: «Ho ricevuto una videotelefonata, numero privato, ho risposto, e mi è stato detto che era il segretario del Papa, Francesco mi voleva parlare. Non ci credevo, ma poi ho visto il Papa sul telefono; è stata una videochiamata molto breve, ero a Canosa, lì all’ospedale è ricoverato mio padre. Sono corsa verso mio marito, il Papa ha dato la benedizione a tutti quanti noi. Poi il dialogo è continuato in una telefonata durata mezz’ora. Gli ho riferito della situazione di Saverio, come ci siamo accorti di questo male e della lotta che stiamo affrontando. E lui mi ha detto due parole: Saverio guarirà, è un’anima innocente e non devo mollare, ma essere fiduciosa e combattiva. Poi ha aggiunto che ci saremmo risentiti e che avrebbe voluto conoscere mio figlio».
Una foto recente di Saverio durante le terapie insieme all'arcivescovo D'Ascenzo - .
Amici e conoscenti fanno visita a Saverio, comprensibilmente con mascherina, soprattutto i compagni e docenti della sua scuola, il liceo scientifico Vecchi, di recente è andato anche l’arcivescovo Leonardo D’Ascenzo. Ad accompagnare Saverio è la preghiera che dalle comunità parrocchiali si eleva per invocarne la guarigione.