Vita

La denuncia. Stati vegetativi, la Giornata c'è ma non si celebra

Pino Ciociola venerdì 7 febbraio 2014
Nessuna celebrazione è prevista finora per la Giornata nazionale degli stati vegetativi che si celebra domenica 9 febbraio. «Il nostro obiettivo è richiamare l’attenzione del ministero, delle Regioni e di tutti i decisori politici sulla necessità di non lasciare soli i malati e le loro famiglie», dice Paola Binetti (Udc-pi). «Sappiamo che chi è in stato vegetativo, termine che non piace a nessuno di noi – continua – è un disabile grave o gravissimo, ma che ha una sua vita, cerca di comunicare con noi e noi dobbiamo imparare a capire».Così, proprio in occasione della Giornata di quest’anno, e insieme ad altri parlamentari e associazioni, la parlamentare chiede l’approvazione della proposta di legge che «si trascina da più di due legislature» (finora infatti solo quella delle cure palliative ha avuto il via libera dal Parlamento). La proposta Binetti-Buttiglione «garantisce la creazione di strutture apposite che accolgano questi pazienti, garantendo la cura e l’assistenza e permetta di fare studi e ricerche, che consentono alle famiglie di non essere indotte nella tentazione della eutanasia», perché «oggi sappiamo di non sapere molte cose che li riguardano». I pazienti (circa 3mila nel nostro Paese) e le loro famiglie devono rimanere al centro della questione. Infatti la celebrazione del 9 febbraio, anniversario della morte di Eluana Englaro, sarebbe servita per dare «a quella drammatica vicenda l’unico possibile risvolto positivo: non far mai sentire soli né questi pazienti né le loro famiglie...». Quella «tragica vicenda in Italia «segnò un tempo» e «adesso sembra non esserne rimasto più nulla», conclude la Binetti: «Vogliamo almeno ricordare alle istituzioni gli impegni che devono prendere?».