Vita

Estate. Sete per il gran caldo? «Evitate i soft drinks, per dissetarsi acqua e frutta»

Silvia Guzzetti martedì 30 luglio 2024

Con il caldo torrido sconsigliate le "soft drinks"

Attenzione alle bevande zuccherate per dissetarsi perché provocano fame e, di conseguenza, innescano un circolo vizioso che porta chi le consuma a mettere peso proprio quando, con le temperature molto alte, qualche chilo in meno renderebbe la vita molto più facile. A spiegarlo è il docente di Epidemiologia dell'Università Statale di Milano Carlo La Vecchia che, da molti anni, studia i cosiddetti "soft drink". "Non è consigliabile bere bibite dolci per dissetarsi, magari esagerando con le quantità, visto il caldo", spiega il professor La Vecchia commentando la crescita di consumi di queste bevande, quest'anno ancor più pronunciato con l'estate torrida che stiamo attraversando. "Oltre a introdurre calorie, le bevande zuccherate innescano un circolo vizioso, attivando la fame. I "soft drink", infatti, sono molto grassi visto che, in una dose standard da 330 milliletri, vi sono più di 150 calorie, costituite soprattutto da glucosio o, comunque, da zuccheri raffinati, e, quindi, immediatamente assorbiti. Danno infatti un picco di glicemia al quale segue un picco di insulina che fa riabbassare la glicemia".

D’estate, quando si beve molto, “bisognerebbe evitare questo carico di zuccheri”. L'acqua “è il dissetante migliore”, per chi “vuole il gusto del dolce l’alternativa è bere bevande con dolcificanti che sono sostanze sicure, utilizzate da tempo”, aggiunge La Vecchia. Ovviamente molto dipende dalla persona. “Il giovane magro può permettersi la bibita zuccherata, perché il suo sistema di controllo metabolico funziona bene. La persona di mezza età, un po' sovrappeso, dovrebbe evitarlo perché rischia di portare la glicemia a livelli di prediabete o comunque a livelli alti, se continua a ripetere questo meccanismo”, aggiunge La Vecchia ricordando che anche il potenziale dissetante naturale dei succhi di frutta. “E’ importante leggere l’etichetta, facendo attenzione alle percentuali di frutta utilizzata”, conclude l'epidemiologo.