Formazione. Sempre più pazienti fragili, servono medici per loro
Antonio Spanevello
«Il paziente fragile è un malato complesso »: per curarlo occorrono competenze specialistiche trasversali, che sappiano integrare competenze differenti. Agli Istituti clinici scientifici (Ics) Maugeri Irccs è stato sviluppato un modello clinico che viene ora proposto e diffuso grazie al master di II livello in “Prevenzione, cura e riabilitazione del paziente fragile” attivato presso l’Università degli Studi di Pavia, rivolto a medici di tutta Italia. Coordinatore del corso è Mario Rotondi, docente di Endocrinologia all’Università pavese nonché primario della stessa specialità alla Maugeri di Pavia, dove Antonio Spanevello è coordinatore dei quattro dipartimenti di ricerca clinico-assistenziali: pneumologico, cardiologico, neurologico e delle medicine specialistiche.
Secondo il sistema di sorveglianza della salute della popolazione over64 in Italia (Passi d’argento), che è gestito dall’Istituto superiore di sanità, nel 2022-23 la fragilità riguardava il 17% di questa fascia, con tendenza a crescere con l’età: dal 9% dei 65-74enni al 33% degli over85. «Ma la fragilità – puntualizza Spanevello – può riguardare anche persone più giovani, alle prese con più patologie (diabete o altro) oppure in seguito a incidenti, che possono comportare patologie neuromotorie, ma con complicanze polmonari, cardiologiche o internistiche». «Negli ultimi anni – racconta Spanevello – abbiamo sviluppato un modello clinico che vuole sottolineare l’importanza, nell’affrontare la cura di un paziente fragile (o complesso) non solo di diagnosi, patogenesi e stadiazione della malattia ma anche dell’integrazione degli interventi: farmacologico e riabilitativo. I due aspetti non sono additivi ma sinergici: uno potenzia l’altro». « Abbiamo pensato di diffondere questo modello clinico, che è la nostra quotidianità – puntualizza Spanevello – al mondo medico. Il modo migliore è un master universitario per laureati in Medicina. Abbiamo trovato interesse nei ministeri dell’Università e della Salute: il paziente fragile è un grande problema dal punto di vista sanitario, visto anche l’aumento dell’età media della popolazione».
La collaborazione con l’ateneo pavese è nata facilmente: «Ha apprezzato il supporto economico ma anche culturale che veniva fornito dal nostro Irccs – continua Spanevello –. Ci saranno docenti sia universitari sia non universitari. Il master si divide in cinque moduli, uno per ciascuno dei quattro settori clinici (neurologico, pneumologico, cardiologico, internistico) e un quinto modulo dedicato alla ricerca e alla statistica, che è trasversale a tutti i settori clinici. È prevista infatti una settimana di lezioni frontali per ogni modulo (in parte anche online), seguita da tirocini nei reparti ospedalieri». Al master potranno essere ammessi al massimo 15 partecipanti «perché deve avere un forte valore didattico non solo teorico, ma anche pratico – aggiunge Spanevello – e quindi i corsisti dovranno fare tirocini nei reparti con attività clinica».
Potranno partecipare laureati in Medicina e chirurgia abilitati all’esercizio della professione e iscritti all’Ordine: «Auspichiamo di avere giovani medici interessati alla cura del paziente fragile – conclude Spanevello –, che è una “disciplina” trasversale, perché ogni specialista vede malati che possono avere necessità di cura in tutti e quattro i settori clinici». Ma le competenze acquisite saranno utili sia in unità operative di Medicina interna, Geriatria, Cure palliative, Riabilitazione, sia in direzioni sanitarie, Residenze sanitarie assistenziali, Case della comunità e Medicina territoriale. Le iscrizioni sono aperte fino al 13 gennaio prossimo (il costo è di 3.500 euro), la prima lezione è prevista per il 10 febbraio, l’ultima a ottobre: la tesi entro un anno. Maugeri prevede di mettere a disposizione sette borse di studio a copertura del costo. Maggiori informazioni (e il testo del bando) sono disponibili sul portale dell’Università di Pavia, nella sezione didattica post-laurea.