Il caso. Se in tivù "Down" diventa un insulto. «Ora chiedete scusa»
Un frame dal video di Nicole Orlando
Studiano, si laureano, lavorano, fanno sport e vincono medaglie olimpiche, qualcuno si sposa, una di loro si candida alle elezioni municipali in Francia: per le persone con Sindrome di Down nessun traguardo sembra ormai irraggiungibile. Eppure c’è ancora chi utilizza la loro anomalia genetica, quel cromosoma in più, per offendere o buttarla in ridere. Epiteti come «mongoloide» – ma anche «Down» – usati come corpo contundente sembravano finalmente spariti dal nostro vocabolario, ma sfortunatamente non è così: in un mese li abbiamo sentiti risuonare in due trasmissioni televisive.
La prima il 12 febbraio, durante l’«Assedio» di Daria Bignardi sul Nove, l’intervistata Amanda Lear ha esclamato «Sono una mongoloide», suscitando le risate del pubblico e l’imbarazzo della conduttrice. Domenica scorsa invece una delle concorrenti al Grande Fratello Vip (su Canale 5) ha pensato di insultarne un altro dicendogli «Sei un Down!». Ma le parole possono essere pietre e così hanno colpito chi è affetto da questa anomalia genetica e cerca di combattere ogni giorno contro lo stigma.
«Condanniamo questi episodi di violenza verbale che trovano spazio in programmi televisivi di grande successo – ha scritto in una nota il Coordinamento delle persone Down, CoorDown –. Chi non sceglie di condannare i termini dispregiativi associati alle persone con Sindrome di Down offende in modo inaccettabile le persone con disabilità e le loro famiglie». Irresistibile la reazione dell’atleta paralimpica Nicole Orlando, che su Facebook ha postato un video in cui, arrabbiatissima, batte i pugni sul tavolo: «Porca puzzola! – esclama – Siamo nel 2020, Down non è un insulto, dovete attivare il cervello. Io ho la Sindrome di Down, non sono sciocca. Devi chiedere scusa, vergogna, vergogna, vergogna».
Chissà se Amanda Lear e la concorrente del Grande Fratello sanno che una 34enne con trisomia 21, Elèonore Laloux, si è candidata alle elezioni comunali di Arras, un paesino di 41mila abitanti nel nord della Francia. Il 15 marzo concorre con la lista del sindaco uscente, il centrista Frèdèrique Leturque, per un posto in consiglio comunale: il programma di Elèonore, scrittrice e attivista per i diritti dei disabili, è molto concreto: favorire l’inclusione attraverso misure semplici come ridurre l’altezza dei marciapiedi o inserire messaggi in braille ai semafori. E poi spazio per le bici, aree per cani. «Più vita e più rispetto», chiede la candidata. E meno parole cretine in libertà.