Il tentativo di introdurre nelle scuole la teoria del gender “è una colonizzazione ideologica”. E per quanto riguarda la libertà di espressione del pensiero, essa “deve essere accompagnata dalla prudenza”. Di ritorno da Manila, il Papa si concede nuovamente alle domande dei giornalisti al seguito e, tra i numerosi argomenti toccati in più di un'ora di conferenza stampa, spiega alcune espressioni che nei giorni scorsi avevano suscitato ampi dibattiti. A partire dall'esempio del pugno in reazione a un ipotetico insulto alla madre che - nella analoga conferenza stampa di quattro giorni fa, mentre da Colombo si spostava nelle Fillippine - aveva usato per parlare della vicenda di
Charlie Hebdo.
Sorridente, a tratti ancora commosso per l'accoglienza ricevuta, a suo agio anche quando usa espressioni colorite (dare “un calcio là dove non batte il sole”, la sua tentazione di fronte a un tentativo di corruzione subito quando era a Buenos Aires; “Essere buoni cattolici non significa fare come i conigli”, a proposito dell'Humanae Vitae e della “paternità responsabile”), Francesco non appare neanche particolarmente affaticato, nonostante l'intensità del viaggio. Fa un bilancio della visita da cui dice di aver imparato molto, definisce Paolo VI “un profeta” per essersi opposto all'avanzata del neomalthusianesimo, cioè al controllo delle nascite attraverso la contraccezione di massa, e a tal proposito accenna per due volte, e non senza preoccupazione, all'inverno demografico dell'Italia. Annuncia inoltre “il progetto in bozza dei prossimi viaggi” (America Latina, Usa, Africa) e quanto ai rapporti con il governo della Cina (Paese nuovamente sorvolato al ritorno) parla in pratica di una politica dei piccoli passi. Un Papa a tutto campo, insomma, che anche in questa occasione dimostra la sua particolare sensibilità e l'apprezzamento per il lavoro dei giornalisti. Regala infatti una torta con tanto di candelina a
Valentina Alazraki, la giornalista televisiva messicana che ha fatto quasi tutti i voli papali con tre pontefici e che ieri compiva gli anni. "Quanti sono non glielo chiedo, perché lei è una donna", scherza pure Bergoglio.
La libertà di espressione
Ed è proprio Alazraki che gli chiede di chiarire che cosa intendesse dire con l'esempio del pugno. “In teoria - risponde il Papa - siamo tutti d'accordo nel dire che una reazione violenta davanti a un'offesa, a una provocazione non è una cosa buona, non si deve fare. Ma siamo umani - prosegue Francesco - e c'è la prudenza che è una virtù della convivenza umana. Io non posso insultare, provocare continuamente una persona, perché rischio di farla arrabbiare e di ricevere una reazione non giusta - lo sottolineo - non giusta. Per questo dico che la libertà di espressione deve tener conto della realtà umana e dunque deve essere prudente. Educata".
La colonizzazione ideologica della famiglia
Gli chiedono anche un altro chiarimento. A che cosa si riferisse, durante l'incontro con le famiglie di Manila, con l'espressione “colonizzazione ideologica”. E Francesco risponde con l'episodio di una donna ministro della Pubblica istruzione (probabilmente argentina, anche se il Papa non lo dice espressamente) che avendo bisogno di reperire fondi per costruire scuole per i poveri, chiese un prestito. La risposta fu un prestito condizionato all'adozione di un libro di testo che parlava della teoria del gender. La ministro prese i soldi e il testo, ma “furbescamente” ne introdusse anche un altro "normale". “Questa è la colonizzazione ideologica - denuncia -. Entrano in un popolo con un'idea che niente ha da fare con quel popolo, per cambiare una mentalità o una struttura. Durante il Sinodo, anche i vescovi africani si lamentavano di questo. Che i prestiti per lo sviluppo venivano concessi a certe condizioni”.
Paolo VI e il controllo delle nascite
Affine è il tema della permanente validità dell'
Humanae vitae, che ritorna in due domande. “L'apertura alla vita è condizione di validità del sacramento del matrimonio”, ricorda il Papa. Ma in quell'enciclica c'è di più della considerazione dei problemi quotidiani delle coppie, per i quali aveva raccomandato ai confessori di essere “comprensivi e misericordiosi”. “Alcuni credono - scusatemi la parola - che per essere buoni cattolici dobbiamo essere come i conigli. Io ho rimproverato una donna, alcuni mesi fa in una parrocchia, perché era incinta dell'ottavo figlio e aveva fatto sette cesarei. 'Ma lei vuole lasciare orfani i sette? - le ho detto -. Questo è tentare Dio, è una irresponsabilità'. Infatti si parla di paternità responsabile”.