Vita

Olanda. Le nove vite di Bibian, tra il tumore e lo snowboard

Maria Cristina Giongo giovedì 5 aprile 2018

La campionessa paralimpica olandese Bibian Mentel sul podio a Pyeongchang

«Ho vinto nove volte il cancro e tre volte una medaglia d’oro», ha detto sorridendo la campionessa olandese di snowboard Bibian Mentel, nata 45 anni fa a Utrecht. Era già un talento quando nel 2000 le diagnosticarono un tumore maligno alla tibia. Dopo due anni di chemio dovettero amputarle una gamba, evento drammatico che la portò a una forte depressione. L’anno seguente rimase incinta e riprese a credere nel futuro. Nel frattempo aveva imparato ad usare il suo attrezzo sportivo anche con la protesi. Purtroppo il male tornò, più aggressivo di prima. Una, due, tre volte, 74 sedute di radioterapia, cinque operazioni ai polmoni. Bibian non si scoraggiò: voleva vivere. E coronare il suo sogno di partecipare alle Olimpiadi invernali.
Ci riuscì nel 2014 ai Giochi paralimpici di Sochi, con la medaglia d’oro nello snowboard cross. Al momento della premiazione molti scoppiarono a piangere, compreso gli sponsor all’inizio perplessi sull’investimento in una donna gravemente malata e senza una gamba. Ma Bibian aveva ancora un desiderio da realizzare: competere alle Paralimpiadi di Pyeongchang, concluse di recente, nonostante l’insorgere di nuove metastasi e l’asportazione di un polmone. Nessuno credeva più che potesse farcela. Esclusi lei e il marito Edwin, suo allenatore, insieme al figlio Jules e alla madre Maude, i grandi amori della sua vita.
Servivano però 30mila euro per il viaggio e i preparativi, denaro che non avevano. Alcuni imprenditori si attivarono subito e raccolsero quella somma per poter sostenere una donna tanto coraggiosa. Il seguito della storia è stato raccontato in un bellissimo programma della tv olandese Nos che l’ha seguita passo passo finché è salita ancora sul podio per altre due medaglie d’oro, categorie cross e slalom. I telespettatori hanno assistito ai faticosi allenamenti, ai momenti di sconforto per il dolore fisico, superati sempre con il suo dolce e brillante sorriso, la sua energia, la tenacia. «Ho nove vite, come i gatti – ha dichiarato dopo la vittoria –, tante quante le volte che il cancro mi ha assalita, e l’ho combattuto».
Durante l’ultima gara vedendola scendere veloce sulla pista un telecronista ha commentato, commosso: «Pare che voli. Proprio come un angelo». All’arrivo il figlio le è corso incontro. «Tutto questo l’ho fatto soprattutto per lui – ha detto Bibian –, il miracolo più grande della mia vita».