Vita

MEDICINA. Da Scienza&Vita alla Roccella, le reazioni al Nobel

lunedì 8 ottobre 2012
"Accogliamo con viva soddisfazione la notizia dell'assegnazione del Premio Nobel per la medicina agli scienziati Shinya Yamanaka e John Gurdon per le loro ricerche sulle cellule staminali adulte": lo afferma Lucio Romano, presidente dell'Associazione Scienza & Vita. "Questi studi - aggiunge - hanno evidenziato come ricerca ed etica si possano coniugare virtuosamente, giungendo a risultati autentici e scientificamente fondati e aprendo la strada a nuovi metodi di cura delle malattie. Scienza & Vita sostiene da sempre la ricerca sulle cellule staminali adulte: una ricerca rispettosa della dignità dell'uomo, i cui vantaggi clinici sono documentati e dimostrati"."Il premio Nobel per la Medicina a Shinya Yamanaka per la riprogrammazione cellulare, insieme al collega britannico John Gurdon, è il giusto riconoscimento per una scoperta che ha rivoluzionato la ricerca biomedica". Lo dice in una nota la deputata del Pdl, Eugenia Roccella, che aggiunge: "Se oggi ricordiamo le campagne giornalistiche e politiche e le dichiarazioni rilasciate anni fa sulla necessità della distruzione degli embrioni umani per far progredire la ricerca sulle cellule staminali, non possiamo che riconoscere la carica ideologica e la strumentalità antiscientifica di quelle argomentazioni".L'assegnazione del Nobel 2012 per la Medicina agli studiosi John B. Gurdon e Shinya Yamanaka è "il prestigioso riconoscimento di una scoperta straordinaria che ha mostrato come le nostre cellule adulte siano in grado di 'ringiovanirsì attraverso una riprogrammazione epigenetica e tornare a essere pluripotenti, cioè capaci di rigenerare i tessuti del nostro corpo". Così il professor Roberto Colombo della facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Cattolica e direttore del Centro per lo Studio delle Malattie Ereditarie Rare. Questi studi, ha continuato, "sebbene il traguardo non sia ancora stato raggiunto hanno confermato che anche le staminali dell'adulto, se opportunamente riprogrammate con cocktail di fattori di trascrizione, sono cellule preziose per la riparazione di danni ai tessuti presenti nei pazienti. Ottima scienza e buona etica si incontrano a servizio dell'uomo malato"."Mai Nobel fu così meritato". Giuseppe Novelli, direttore della U.O.C. Laboratorio di genetica medica del Policlinico Universitario di Roma Tor Vergata, vede grandi prospettive dalle scoperte di Shinya Yamanaka e John Gurdon. La comprensione del funzionamento delle cellule indotte pluripotenti staminali potrebbe avere - a suo giudizio - importanti ricadute sulle studio dei meccanismi biologici, sulla comprensione delle basi molecolari delle malattie e sulla sperimentazione di nuovi farmaci. "Se disponessimo di cellule malate in provetta, si aprirebbe uno scenario incredibile", commenta Novelli. "La possibilità terapeutica di disporre di cellule staminali proprie sarebbe un grande passo avanti ma - aggiunge - siamo ancora indietro".