Modena. Aborto: “40 giorni per la vita”, chiusura con la benedizione di Castellucci
L'arcivescovo Erio Castellucci, vicepresidente della Cei, saluta i partecipanti alla veglia
Si è conclusa a Modena domenica 3 novembre la terza edizione della campagna italiana “40 giorni per la vita”, ancora caratterizzata da un’ampia partecipazione che ha permesso di garantire una presenza continuativa in preghiera davanti al Policlinico. Centinaia di volontari provenienti dalla città, da tutta la provincia e dalle province circostanti si sono alternati con turni su base oraria. Diverse sono state le testimonianze di chi ha partecipato anche occasionalmente e ha apprezzato l’iniziativa. Anche diversi passanti hanno manifestato la loro solidarietà, con un ringraziamento, una preghiera o una semplice frase. Alcune persone sono venute da altre città per raccogliere informazioni e dare avvio alla campagna sul loro territorio.
Un segno particolare di questa campagna è stata una donna che si è fermata a ringraziare i partecipanti perché alla vista delle persone in preghiera ha detto di aver deciso di rinunciare all’aborto cui stava per sottoporsi.Non tutti hanno compreso il significato dell’iniziativa. Dopo la dura uscita del sindaco di Modena Massimo Mezzetti, che ha sostenuto come questa fosse una forma di «subdola violenza», la “Rete pro choice”, nata in opposizione alla “40 giorni per la vita”, ha organizzato una manifestazione di protesta sabato 28 settembre e successivamente ha promosso un “presidio permanente” con persone che si alternavano sul lato opposto della via a osservare quanto avveniva, senza comunque impedire che la campagna proseguisse in modo tranquillo.
Nell’ultimo giorno si è svolta la veglia conclusiva, con la visita dell’arcivescovo di Modena-Nonantola e vescovo di Carpi Erio Castellucci, vicepresidente della Cei, che si è fermato a salutare i partecipanti impartendogli la sua benedizione.
Nella stessa serata sono state lette la testimonianza di Natascia, una donna che ha abortito con la pillola Ru486 e che è stata pesantemente segnata da questa esperienza, sia per le sofferenze fisiche sia per il trauma psicologico, e l’esperienza di una dottoressa italiana che ha raccontato il suo percorso di conversione dopo aver praticato per tanti anni aborti volontari.
I partecipanti si sono dati appuntamento alla prossima veglia, che prenderà avvio il 5 marzo, mercoledì delle Ceneri, in contemporanea con altre centinaia di città nel mondo.