Vita

CAMPAGNA. "Il concepito, uno di noi": un milione di firme cercasi

Paolo Guiducci lunedì 29 ottobre 2012
Più piccole sono le dimensioni del concepito, più è grande l’aiuto che il popolo della vita intende offrirgli. Sono sufficienti appena tre parole per sintetizzare tale spinta vitale: «Uno di noi». È questo è il titolo dell’inziativa che Carlo Casini, parlamentare europeo e Presidente del Movimento per la Vita italiano, questa mattina rilancia con vigore dal Centro Congressi Europeo di Bellaria, a conclusione del XXXII convegno dei Centri di Aiuto alla Vita “Uno di noi, insieme per la vita”. L’idea è di dare il via, per la prima volta con una richiesta di vita, a quella forma di democrazia diretta introdotta nei patti costituzionali dell’Europa dal trattato di Lisbona e che comincia con la raccolta di un milione di firme di cittadini europei di almeno sette Stati dell’Unione. «Ma il nostro obiettivo è di andare ben oltre questi numeri minimi» è risoluto l’onorevole Casini. Scopo dell’iniziativa: ottenere che il diritto comunitario riconosca la dignità umana fin dal concepimento. L’essere umano è tale fin dal momento in cui i gameti dei genitori si fondono in un’unica cellula e questa condizione dev’essere giuridicamente riconosciuta dall’Europa. L’iniziativa è stata autorizzata dalla Commissione europea e la raccolta delle firme dovrà essere realizzata entro il maggio 2013.«Dal 1979 non siamo appariscenti ma appassionati, un volontariato che soccorre la vita» ha ribadito Marina Casini dell’Università Cattolica di Roma nell’intervento «I cav: una speranza profetica nella storia». Una prossimità che si manifesta con sempre maggiore professionalità ma nel campo elettivo, cruciale, della relazione umana, come ha ricordato la psicoterapeuta Laura Mullich. Un ambito nel quale – secondo Carluccio Bonesso, psicopedagogista – rivive la speranza di un ritorno alla vita recuperata dentro il perdono. Un Welfare a 360 gradi, quello del volontariato per la vita, che si interfaccia con le istituzioni. Dagli anni del gelo, quando non di manifesta ostilità, si è gradualmente passati – hanno fatto notare Paolo Picco e Pino Morandini – a situazioni di maggiore ascolto e attenzione. E anche ad accordi, talvolta strappati su un risicato consenso. Forlì è un esempio virtuoso. In questo capoluogo di Romagna e in 15 comuni del circondario da oltre 5 anni è attiva una collaborazione tra Consulta per la Famiglia (la prima nata in Italia), che vede in prima linea Cav e Papa Giovanni XXIII, assessorato ai Servizi Sociali e Ausl. Una collaborazione vera e attiva, che ha portato a una media di quindici prosecuzioni di gravidanze l’anno (su 300 aborti totali). «Vorrei che prassi come questa impregnassero tutte le collaborazioni che ha in atto il Comune» ha commentato pochi giorni fa durante un convegno il sindaco Roberto Balzani.