Inghilterra. Sorpresa: meno contraccezione a scuola, meno gravidanze
Le gravidanze tra le adolescenti sono cadute a picco nelle zone della Gran Bretagna dove la Sanità è stata costretta dalla crisi a tagliare i fondi per i servizi che offrono educazione sessuale e contraccettivi alle minorenni. Lo sostiene uno studio delle università di Nottingham e di Sheffield condotto da David Paton e Liam Wright secondo il quale le gravidanze avrebbero raggiunto il numero più basso dal 1969. In 149 amministrazioni locali tra il 2009 e il 2014 i tagli all’educazione sessuale e all’offerta di contraccettivi hanno coinciso con una discesa del 42.6% delle gravidanze tra le minorenni. «I guru della pianificazione familiare – commenta John Smeaton, dell’associazione pro-life Spuc – sostengono sin dagli anni Settanta che i numeri delle gravidanze tra le minorenni possono essere ridotti da più educazione sessuale nelle scuole e un più facile accesso alla pillola contraccettiva.
Ora questo studio finalmente dimostra il contrario». In un’intervista al «Times» i due studiosi hanno ammesso di essere stati sorpresi dai risultati della loro ricerca e di aver cercato altri motivi che spiegassero il calo delle gravidanze prima di accettare l’evidenza che queste (ovvero la loro crescita) erano direttamente legate all’educazione sessuale e a un vasto accesso alla contraccezione.
Nel 2014 sono state 4.160 le ragazze sotto i sedici anni rimaste incinte, il 10% in meno rispetto all’anno precedente. Dati forniti da National Statistics confermano che il numero è diminuito di un ulteriore 8,7% nel 2016. «Ci sono opinioni – hanno scritto i due professori in un articolo pubblicato sul "Journal of Health Economics" – secondo le quali l’impatto dei tagli sulle gravidanze tra le minorenni sia stato positivo e che investire in progetti che riguardano questo problema possa essere controproducente». Detto in parole semplici, «un più ampio accesso alla contraccezione incoraggia le adolescenti ad avere rapporti sessuali e ad averli più spesso aumentando così il rischio di gravidanze indesiderate».