Roma. «Non uccidete il futuro». In marcia per la vita pensando anche ad Alfie e Lambert
Alcune immagini dell'ottava Marcia nazionale per la vita (Servizio fotografico Siciliani)
«Non uccidete il futuro», «La vita inizia col concepimento», «Ogni aborto è un bambino morto»: sono alcuni degli striscioni e dei cartelli innalzati questo pomeriggio per le vie di Roma dai partecipanti alla Marcia per la Vita, giunta alla sua ottava edizione italiana, che si è svolta oggi pomeriggio a Roma.
Quest'anno i temi principali del più importante appuntamento nazionale dei Movimenti Pro-Life sono i 40 anni dell'introduzione in Italia dell'aborto legale (22 maggio 1978), ma anche le vicende emblematiche del piccolo Alfie Evans e del tetraplegico francese Vincent Lambert. La madre di quest'ultimo - il quale rischia di morire di fame e di sete in seguito alla decisione dei medici di interrompere alimentazione e idratazione - è giunta a Roma per dare la sua testimonianza a fine corteo.
«La Marcia per la Vita vuole essere la sintesi delle tante manifestazioni che durante l'anno si svolgono per ribadire l'importanza della difesa della vita umana - hanno spiegato gli organizzatori, tra cui la presidente Virginia Coda Nunziante -. Con la Marcia per la Vita si vuole affermare la sacralità di questa vita e la sua assoluta intangibilità dal concepimento alla morte naturale, senza alcuna eccezione, alcuna condizione, alcun compromesso».
Anche quest'anno numerose le adesioni: oltre 100 dirigenti pro-life di tutto il mondo riuniti per il Rome Life Forum che si svolgerà all'Angelicum il 17-18 maggio, alla vigilia della Marcia, provenienti dall'Europa, America del Nord, America del Sud, Australia e Nuova Zelanda. Le associazioni e i gruppi sfilano con i propri simboli e slogan, dietro lo striscione d'apertura «Marcai Nazionale per la Vita».
«La Marcia per la Vita non ammette la presenza di simboli o slogan di partito - ha dichiarato Coda Nunziante - ma incoraggia la presenza di parlamentari ed esponenti politici, augurandosi che essi possano rappresentare nelle sedi politiche, a cominciare dal Parlamento italiano, i valori non negoziabili di difesa della famiglia e della vita umana dal concepimento alla morte naturale».