Vita

Roma. La Marcia per la Vita dà voce ai più "fragili"

Francesco Ognibene venerdì 19 maggio 2017

L’anno scorso gli organizzatori parlarono di 30mila partecipanti, con delegazioni di 29 Paesi in rappresentanza delle oltre 200 manifestazioni analoghe che si celebrano in tutto il mondo. Perché la «Marcia per la Vita», che dalle 15 di sabato 20 maggio attraverserà Roma da piazza della Repubblica a piazza Venezia, è anzitutto una festa globale che porta in piazza un popolo variegato: associazioni e famiglie, medici ma anche religiosi, volontari e bambini... Un evento per il quale il Papa in un saluto inviato dal segretario di Stato cardinale Pietro Parolin ha espresso l’auspicio che «possa favorire l’adesione ai valori della vita umana e l’accoglienza di tale incommensurabile dono divino in tutta la sua affascinante ricchezza» facendo pervenire la sua benedizione. Per la settima volta la Marcia offre la sua testimonianza pubblica, inclusiva e non polemica, «segno dell’esistenza di un popolo – spiega il comitato organizzatore, con la portavoce Virginia Coda Nunziante – che non si arrende e vuole far prevalere i diritti di chi non ha voce sulla logica dell’utilitarismo e dell’individualismo esasperato, sulla legge del più forte». Un pungolo di grande attualità per l’opinione pubblica, invitata a confrontarsi con i due argomenti al centro della manifestazione: «Affermare la sacralità della vita umana, e perciò la sua assoluta intangibilità dal concepimento alla morte naturale, senza alcuna eccezione, condizione, compromesso; combattere contro qualsiasi atto volto a sopprimere la vita umana innocente o ledere la sua dignità incondizionata e inalienabile». «Le derive cui assistiamo sono la conseguenza dell’aver violato la vita quand’è più fragile – commenta uno dei protagonisti della Marcia, Massimo Gandolfini, presidente del Comitato Difendiamo i nostri figli –. Intendiamo ricordare la necessità di prendersi cura dei più piccoli e di chi si avvia alla fine del suo percorso, le periferie della vita».