Vita

FINE VITA. Camera, il 18 maggio riprenderà l'esame del ddl sulle Dat

Pier Luigi Fornari venerdì 29 aprile 2011
Rinviata, ma con tempi certi, la conclusione dell’esame della proposta di legge sul fine vita nell’aula della Camera. Ieri infatti la conferenza dei capigruppo ha deciso che le votazioni degli emendamenti e degli articoli del provvedimento inizieranno il 18 maggio. «Una questione di buon senso», secondo il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto, in ragione dei decreti in scadenza, le mozioni sulla Libia, e la campagna elettorale. «A questo punto nulla potrà più fermare la volontà parlamentare che immediatamente dopo il voto di metà maggio consentirà la rapida conclusione dell’iter legislativo», commenta il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, registrando anche la Camera, come al Senato, «un’evidente e solida maggioranza», più ampia di quella che sostiene il governo, ispirata da «un fondamentale valore della tradizione nazionale, quel valore della vita che conduce a tutelarne i bisogni fondamentali». «È una priorità della maggioranza, che ora ha numeri stabili», aggiunge il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, rimarcando che «il testo sul biotestamento è condivisibile». Intanto però il Pd, per bocca di Margherita Miotto, sostiene che il rinvio del dibattito «certifica la strumentalità per fini propagandistici» del ripescaggio del ddl deciso il giorno prima. Analoghi commenti di Idv e Fli. Sono tali «accuse» ad essere «palesemente strumentali», replica il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, ricordando che il Pd ha chiesto la sospensiva". «La verità è – osserva il sottosegretario – che il Pd non vuole discutere questa legge né ora né mai, perché ha paura delle lacerazioni». Ma il voto di mercoledì, constata Roccella, «ha segnato un fondamentale passo avanti verso la legge, e ha dimostrato che esiste una maggioranza solida». Il presidente del Movimento per la vita, Carlo Casini esprime «soddisfazione» per «l’iniziativa adottata dall’Udc di accelerare l’esame del provvedimento, e per la posizione assunta formalmente dal presidente del Consiglio, per la compattezza finora dimostrata dal Popolo della libertà e per l’autonomia di giudizio di un consistente gruppo di deputati dell’opposizione». Ma si rammarica per «l’ulteriore rinvio del voto sui singoli articoli». E dopo la «prova chiarissima del sostegno ampio e bipartisan al provvedimento», il presidente del Movimento cristiano lavoratori (MCL), Carlo Costalli, chiede al Parlamento «di assumersi la responsabilità di legiferare senza tergiversare».