Francia. Il medico di Lambert: stop ai trattamenti. L'Onu a Parigi: fermatevi
Vincent Lambert con la madre Viviane (Ansa)
La testimonianza della madre all'Onu
«Non sono né medico, né giurista, sono la mamma di Vincent». È cominciato così, lunedì pomeriggio 1 luglio, il toccante intervento a Ginevra della francese Viviane Lambert, da anni al centro della battaglia per il diritto alla vita del figlio 42enne, paziente tetraplegico in stato di minima coscienza, divenuto non solo oltralpe un simbolo di tutti quei portatori di handicap pesanti i cui diritti fondamentali rischiano di essere ignorati o travisati nelle corsie degli ospedali. Estremamente commossa, la donna ha denunciato il tentativo di «assassinare» legalmente il figlio: «Perché non ascoltarci? Vincent è un essere umano, non è un oggetto. Gli viene messa la testa sott’acqua. È drammatico».Viviane Lambert si è espressa presso la principale sede Onu continentale, dando una conferenza con il sostegno dell’Ong «European centre for law and justice». Proprio a Ginevra, il Comitato internazionale sui diritti delle persone con disabilità ha deciso di studiare il caso del paziente, chiedendo alla Francia d’impedire temporaneamente l’attuazione di qualsiasi decisione ospedaliera dagli effetti irreversibili. In effetti, dopo una sentenza della Corte di cassazione transalpina pubblicata venerdì, il personale medico del Policlinico di Reims non ha più ostacoli legali in patria per attivare nuovamente un ‘protocollo’ terminale, invocando la nuova legislazione transalpina sul fine vita. «Vincent non è un vegetale. Non ho mai visto un vegetale che gira la testa quando viene chiamato. Ho tantissimi scatti fotografici e video che mostrano esattamente il contrario di quanto si può raccontare sulla stampa», ha dichiarato la donna, sostenuta in Francia da chi denuncia il reiterato tentativo di «un’eutanasia mascherata» su Vincent.