Utero in affitto. Laura Corradi: «Surrogata, ecco perché l'Italia non sa dire no»
La sociologa Maria Laura Corradi
Quella contro l’utero in affitto è una battaglia per la salute delle donne e dei bambini. Le tecnologie riproduttive si basano sullo sfruttamento del corpo femminile. Radicale, ma profondamente vere le riflessioni maturare da Laura Corradi, sociologa del corpo, docente all’Università della Calabria, femminista, anzi eco-femminista, che al tema della Gpa e delle sue implicazioni per le donne ha dedicato un libro densissimo che sta presentando in tutta Italia, 'Nel ventre di un’altra' (Castelvecchi, 96 pagine, euro 13,50).
Professoressa Corradi, non c’è il rischio che ciò che è vietato dalla legge sia legittimato nei fatti con l’ingresso di bambini nati all’estero con utero in affitto?
Il turismo riproduttivo c’è sia quando siamo in presenza di una legge che vieta, sia quando la legge consente: ad esempio in Nepal la maggioranza delle persone che si rivolgono a cliniche per la Gpa vengono da Stati Uniti ed Israele, dove la surroga di gravidanza è legale; vanno lì perché costa molto meno, nel mercato globale neoliberista dove tutto diventa merce. Quindi la questione del bando o della regolamentazione diventa secondario. Il problema principale è che le coppie si rivolgono fiduciose a cliniche per la procreazione medicalmente assistita e non vengono informate dei rischi e dei problemi che ci possono essere per la salute materna ed infantile. Oggi ci sono studi inquietanti che dovrebbero essere presi in considerazione, prima di scegliere la fecondazione in vitro, l’eterologa, la surroga di gravidanza.
Molti di coloro che sono a favore della Gpa sostengono che essa sia in fondo una pratica altruistica. Secondo lei è una motivazione accettabile?
La Gpa altruistica potrebbe esistere ad esempio fra due sorelle – che hanno un bagaglio genetico simile – ma questo non le mette al riparo da problemi psico-sociali che possono nascere da questo attraversamento relazionale e da diversi problemi di salute legati alle tecnologie riproduttive. In realtà i casi di surroga 'etica' sarebbero davvero pochissimi; nella quasi totalità si tratta di Gpa commerciale, dove persone benestanti, o che hanno privilegi geo-politici, sfruttano sul piano riproduttivo una donna che ha minori mezzi economici, status, educazione. Questo non significa che la madre surrogante non abbia un guadagno, ma questo avviene spesso a scapito della sua salute psico-fisica. dopo diversi tentativi, aborti spontanei, nati morti, e l’importo finale le viene attribuito solo quando consegna il bambino subito dopo il parto ove non si ammette certo che ella cambi idea nel corso della gravidanza…
Quasi tutta la sinistra e il femminismo europei sono contrari alla Gpa. In Italia no. Perché?
È un tema delicato. Il motivo per cui in Italia gran parte della sinistra e del femminismo sono favorevoli alla Gpa è legato al fatto che il Vaticano è contrario. È dai tempi del referendum sul divorzio che l’intrusione della Chiesa viene percepita come insopportabile da larghi settori della società. La contrapposizione cattolici-laici impedisce che si crei in Italia un dibattito realistico sul tema dell’utero in affitto.
L’ideologia acceca, dunque...
Questa è una battaglia per la salute delle donne e dei bambini, e per il diritto delle persone che si rivolgono alle tecnologie riproduttive a conoscerne i rischi. La Chiesa dovrebbe ammettere la possibilità dell’adozione anche per le persone singole, e per le famiglie di ogni tipo: questo svuoterebbe in larga misura il ricorso all’utero in affitto, una pratica ingiusta, costosa e dannosa, in favore di relazioni sociali basate sulla solidarietà e sul mutuo aiuto. L’ossessione del figlio genetico può essere superata solo con un grande cambiamento culturale, con l’accettazione del limite (anche in senso laico), e con la comprensione che i veti e gli anatemi non risolvono i problemi.