Verso le elezioni europee. Il manifesto: «La Ue apra alla vita»
La Festa dell’Europa il 9 maggio ricorda quel giorno del 1950 del primo piano di cooperazione economica (la cosiddetta 'Dichiarazione Schumann'). Ma il 9 maggio segna anche la fine della Seconda guerra mondiale: il primo giorno di pax europea, il giorno successivo alla firma della capitolazione nazista. Pace e integrazione economica, pace e dignità dell’uomo. Fattori unificati da quei valori che i padri dell’Europa misero al centro e che – paradossalmente – con la moneta unica sembrano smarriti, almeno nella percezione popolare. «Ma un seme l’abbiamo gettato», ricorda Carlo Casini, europarlamentare uscente - che si ricandida per il Ncd - e fondatore del Movimento per la vita. Quel seme è la campagna 'Uno di noi', più di due milioni di firme raccolte in tutto il Continente per mettere al centro i diritti dei più deboli, le persone non nate, «anche se alla fine ne sono state validate 'solo' un milione e 735mila», 630mila solo in Italia.
Invece l’Europa sembra affogare nei parametri economici, nei conti che non tornano mai, nella crescita che non arriva, nei consensi sempre decrescenti al processo di unificazione. «Certo, anche il benessere della collettività attiene alla dignità dell’uomo. Ma se lo stesso Trattato di Lisbona all’articolo 2 parla di dignità umana, diritti dell’uomo e uguaglianza, non si può non partire dai più deboli e indifesi, ossia le persone non nate». D’altronde la denatalità è una piaga che mina il futuro del Continente, a conferma che i valori incrociano spesso anche i parametri economici. Bisogna riscoprire i valori di quell’Europa a due polmoni evocata da Giovanni Paolo II, vero e proprio 'padre' dell’Unione allargata ad Est. «E il valore della vita umana fin dal concepimento è stato sempre centrale nel suo richiamare l’Europa ad essere se stessa. La questione della vita – spiega Casini – è diventata centrale, come un tempo lo fu la schiavitù».Ma la domanda, all’inizio di una campagna per il rinnovo del Parlamento europeo irta di incognite come non mai, sorge spontanea: questo manifesto per la vita sottoscritto da Ncd e Udc, non rischia di essere una mera enunciazione di valori? Come può incidere? «Lo spiego con un esempio. Nel 1998 una direttiva che conosco bene per esserne stato relatore stabilì che il corpo umano non può essere merce, fin dal concepimento. Questo, due anni fa, consentì alla Corte di Giustizia europea di vietare la brevettabilità del commercio di embrioni». Ora, però, il tentativo è di limitare la valenza di questa sentenza ai soli brevetti. «Il nostro impegno, invece, dovrà rimettere il valore della vita e la dignità dell’uomo al centro dell’Unione, con una politica di piccoli passi e piccole conquiste. L’Europa dei popoli ne uscirà rafforzata». IL TESTO DEL MANIFESTO