Bruxelles. I ragazzi Down servono al bar dellʼEuroparlamento
Il presidente dell'Europarlamento Tajani con i camerieri del bar
Ieri il Parlamento europeo nella sua sede di Bruxelles ha festeggiato la Giornata mondiale della sindrome di Down con varie iniziative all’insegna di una parola d’ordine, capace per un giorno di unire le sue varie anime (Ppe, S&D, Alde, Ecr): 'società inclusiva'.
Una condivisione resa possibile anche dall’idea dell’europarlamentare slovacco Miroslav Mikolasik (Ppe) di coinvolgere ragazzi Down nei servizi di ristorazione dell’assemblea. Per tutta la mattina Dimitri, Benjamin, Steven, Jonas e Laurent, formati per il servizio di catering dalla ong belga Vivre & Grandir, si sono occupati del servizio nel Forum bar e nel Mickey Bar. Il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani ha aperto la conferenza del pomeriggio spiegando come «la sindrome di Down, insieme ad Alzheimer, autismo e cancro, necessita di una ricerca condivisa nell’Unione europea».
«Sono 500mila le persone Down in Europa che aspettano progetti di ricerca per migliorare la loro vita quotidiana e la loro autonomia – ha detto Mikolasik –. Recentemente la scienza ha rivelato una stretta relazione tra sindrome di Down, morbo di Alzheimer, alcuni tipi di cancro e l’autismo».
Tre i momenti della conferenza, organizzata da tutti i gruppi politici del Parlamento europeo: l’intervento politico con vari europarlamentari sulle azioni di ricerca nel grande progetto europeo «Horizon 2020»; l’intervento scientifico, con l’apporto di varie realtà, tra cui associazioni che si occupano di trisomia 21 (tra esse, la Fondazione Jerome Lejeune); infine una parte dedicata al dialogo tra gli europarlamentari e Benjamin Vandewalle dell’associazione Vivre & Grandir, Charlotte Potier dell’associazione Down Up e Jean Paul Cailleretz di Nid du Moulin: tre ragazzi Down che hanno espresso la loro realtà e le esigenze quotidiane. Significativa anche la mostra fotografica «Oltre le differenze», organizzata da Ucl Hospital e dall’ong Inclusion, nella convinzione che i Down hanno «un super potere: quello di amare».