Vita

L'evento. Il “popolo per la Vita” afferma il diritto più essenziale di tutti

Massimo Gandolfini * martedì 18 giugno 2024

L'immagine simbolo della Manifestazione nazionale di Roma

La Manifestazione nazionale “Scegliamo la Vita” che si svolge a Roma sabato 22 giugno si propone di essere il segno tangibile di una volontà, forte e coraggiosa, di condividere con tutti coloro che amano la vita l’impegno per promuovere e difendere il grande valore della vita umana e della sua dignità.

Camminare per le vie di Roma ha il significato di una metafora e vuole lanciare un forte appello: il “popolo della vita” vuole diventare il “popolo per la vita” che percorre tutte le strade dei nostri paesi, delle nostre città, delle nostre comunità, nella forte convinzione che sostenere la vita, la natalità, e la sua “culla”, la famiglia, come l’ha definita papa Francesco, significa lavorare per il bene e la felicità del nostro Paese.

È innegabile che stiamo vivendo anni molto difficili per vari aspetti, ma in capo a questa dolorosa lista non può non esserci il tema della vita. Guerre, genocidi, drammatico aumento dei suicidi, l’incombente inverno demografico, l’irruzione nel mondo della cultura e della società civile di istanze come il “diritto d’aborto” e di “suicidio assistito”, sono tessere di un doloroso mosaico, legate fra loro dalla cultura dello scarto e della morte.

Non possiamo assistere passivi o – peggio – rassegnati a questo tsunami che sta colpendo il cuore stesso, e la mente, degli uomini, delle donne, dei giovani del nostro tempo. Può sembrare l’impresa di Don Chisciotte contro i mulini a vento, ed è evidente l’enorme sproporzione che esiste tra i mezzi, numerosi e potenti, di cui sono dotate le forze operanti a sostegno della cultura della morte, ma vogliamo mantenere vive dentro di noi (e contagiare quante più persone possibile) le virtù della fede, della speranza e della carità. Virtù di carattere certamente religioso, teologali, ma che vogliamo coniugare anche in modo laico, perché ogni uomo di buona volontà possa riconoscersi in esse.

Fede: significa l’intima certezza che la Vita è dotata di una forza insopprimibile, che il male non potrà mai vincere. Speranza: significa tenere davanti a occhi, mente e cuore una grande meta da raggiungere con determinazione e coraggio. Carità: significa lavorare con la convinzione che servire la vita vuol dire promuovere un cammino di felicità e pienezza per ogni uomo.
In fondo, che cosa ricerca ogni uomo se non la felicità? Noi vogliamo cantare per le strade che servire la vita, in ogni sua stagione, dal concepimento alla morte naturale, è la via sicura per sentirsi felici, essere felici e dare felicità. Basterebbe guardare con onestà e concretezza ai fatti dei nostri giorni: forse siamo più felici da quando stiamo dando libero sfogo a ogni nostro egoismo? Da quando, volendo affermare il nostro «io e le sue voglie» (ci ha detto papa Benedetto XVI), stiamo percorrendo strade di morte, siamo più felici?

La Dichiarazione universale dei Diritti dell’uomo ammonisce che «il riconoscimento della dignità di tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali e inalienabili, è il fondamento della libertà, della giustizia e della pace»: il diritto alla vita e il rispetto della dignità di ogni vita sono il fondamento di una società che si propone di essere veramente civile.
Dunque, sabato a Roma c’è posto per tutti: in mezzo al “popolo per la vita” non possono esserci posti vuoti. E tu hai il tuo posto, che ti aspetta!

* Portavoce della Manifestazione nazionale per la Vita 2024

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