LA LETTERA. La radicale Gallo: perché volete imporre la sofferenza?
Gentile direttore, (...) devo ravvisare delle inesattezze in alcuni articoli, come quello di giovedì 22 novembre dal titolo «Legge 40: un po’ di chiarezza oltre la propaganda» in cui sono state riportate delle informazioni errate su cosa permette e cosa vieta la legge 40: ad esempio sostenere che la diagnosi preimpianto sia vietata significa non leggere la legge 40 per come è scritta, vuol dire accusare i giudici di aver applicato male la legge nell’ordinare l’esecuzione dell’indagine. È vero che le decisioni hanno valore solo per i casi concreti, ma avete omesso le specifiche dei vari casi, e per di più che il principio generale della norma considera lecita l’indagine. Chiedere una indagine diagnostica non significa fare eugenetica; se così fosse sarebbe vietata, giustamente. (...) Per non parlare del pezzo a firma di don Aramini dove si attaccano in poche righe magistratura, certa stampa e una visione laica della vita, oltre a ignorare completamente la differenza tra sterilità e infertilità. Dov’è lo spirito cristiano nell’imporre la sofferenza alla donna, la cui tutela è sancita dalla legge 194, e ad un bambino? Il rispetto della vita queste coppie lo conoscono fin troppo bene, è in quel rispetto che scelgono se privarsi o no di un figlio. I potenziali genitori che scelgono di non mettere al mondo un bambino che soffrirebbe, non sono certo ’spazzini della vita’. (...) Questi articoli non hanno, a mio parere, lo scopo di informare, bensì di demonizzare tutto ciò che non è frutto di precetti e assolutismi cristiani o evangelici, per non dire cattolici. (...)
Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca Coscioni