Vita

Salute. Tutto il mondo ha bisogno di medici di famiglia

Antonello Sacchi martedì 11 giugno 2024

Henry Chen, vicepresidente di Somos Community Care, una vita per i pazienti asiatici immigrati in New York

Competenza e prossimità sono le caratteristiche del medico di famiglia che papa Francesco ha approfondito nell’udienza del 25 maggio a circa trecento medici di base – cioè di famiglia – da tutto il mondo, promotori della campagna “Thank you, Doctor!”, un’iniziativa globale per riportare al centro dei sistemi sanitari questo ruolo.

L'udienza del Papa con i medici di Somos Community Care - Foto Vatican Media

L’iniziativa è promossa da Somos Community Care, che rappresenta 2.600 medici di base impegnati nella cura di immigrati ispanici e asiatici di New York e dalla Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri in collaborazione con la Pontificia Accademia per la Vita. Il Pontefice ha sottolineato i valori dell’esperienza umana dell’incontro e della dimensione comunitaria dell’assistenza che caratterizzano la figura del medico di famiglia.

Ramon Tallaj, presidente di Somos Community Care - Foto Jordi Alcalà

La consapevolezza che il mancato riconoscimento del ruolo di questo tipo di medico è spesso causa della crisi di un sistema sanitario ha portato alla redazione della “Dichiarazione per la riscoperta del medico di famiglia”, cuore della campagna “Thank you, Doctor!”. Alcuni punti fondanti della Dichiarazione, come la centralità del rapporto medico-paziente, (anche per mettere al riparo da possibili influenze di altri interessi non legati strettamente alla salute dei cittadini), il valore della prevenzione e l’interesse alla persona nella sua globalità, sono emersi nel discorso del Papa. Alla campagna, lanciata il 16 novembre 2023 in Vaticano, hanno già aderito trenta istituzioni con oltre un milione centocinquantamila adesioni personali.

Noorjehan Majid, dottoressa che si occupa di cure domiciliari in Mozambico all'interno del Programma Dream della Comunità di Sant'Egidio - Foto Jordi Alcalà

Nell’udienza papa Francesco ha collegato la figura del medico di famiglia a cari ricordi della sua infanzia: «Questi ricordi di tenerezza, di familiarità con il medico di famiglia, sono cose che porto con me perché in quel tempo le cose erano così, tanto belle!». Il medico è «colui che si prende cura»: al di là dei progressi scientifici, la medicina è sempre e prima di tutto un incontro di persone, è cura, vicinanza, ascolto, «questa è la missione del medico di famiglia», ha spiegato il Pontefice, che ha sottolineato come il malato non solo guardi al medico in termini di competenza professionale ma veda in lui una presenza amica che infonde fiducia nella guarigione e che, se questa non fosse possibile, continua a guardarci negli occhi fino alla fine, non lasciandoci soli.
Il Papa ha evidenziato anche un secondo motivo per cui è prezioso questo ruolo: «La presenza del medico di famiglia aiuta a circondare il malato con una rete di affetto, di condivisione e di solidarietà, che va oltre la fase diagnostico-terapeutica, rafforzando i rapporti umani, facendo della sofferenza un momento di comunione da vivere insieme, non solo per il bene del paziente ma per quello di tutti: di chi cura, dei familiari, della comunità allargata». In questi termini, è scongiurato il rischio che pazienti e familiari possano essere oggetto di interesse da parte di logiche estranee alla salute, soprattutto nel caso di persone anziane e fragili.

Abbonati alla newsletter settimanale di "è vita": gratis, ogni mercoledì. CLICCA QUI