Vita

L'inedito. «Madre Teresa, ti affidiamo il destino del più povero tra i poveri»

Carlo Casini giovedì 5 settembre 2024

Madre Teresa guida la marcia di preghiera a Firenze nel giorno dell'attentato a Giovanni Paolo II, il 13 maggio 1981. Carlo Casini è il secondo alla sua sinistra

Il testo inedito che pubblichiamo è il discorso che Carlo Casini fece nella basilica di Sant'Anastasia in Roma il 3 settembre 2016, alla vigilia della canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta, nel contesto della manifestazione “Dateli a me” organizzata dal Movimento per la Vita. Che il legame tra Casini e Madre Teresa fosse profondo risulta anche dalla lettera che lo stesso 3 settembre egli, insieme alla moglie, scrisse al nipote Giovanni: «Da quattro giorni siamo a Roma, immersi nella spiritualità di Madre Teresa di Calcutta, che abbiamo avuto la gioia di incontrare più volte nel corso degli anni. [...] In tutti gli incontri che abbiamo avuto con lei, Madre Teresa ci ha augurato la gioia, cioè una permanente giovinezza, collegandola sempre all’amore per Gesù.[ … ] Ti auguriamo la gioia per tutta la tua vita, ma l’augurio sarebbe falso se non indicasse la fonte inesauribile della gioia. Ce l’ha indicata Madre Teresa in una lettera. [...] Rigiriamo a te ciò che ella ha augurato: “Conservi la gioia di amare Gesù e Maria e condivida questa gioia con tutti quelli che incontra”». (Marina Casini)

Mi chiedete se anche io posso individuare nella mia storia personale una “chiamata” all’impegno per difendere la vita nascente. Il tempo destinato a questo mio intervento è troppo breve perché possa narrare le complesse vicende che a partire dagli anni 70 mi hanno gradualmente condotto a dedicare a questo obiettivo la maggior parte delle mie energie. Tuttavia, poiché stiamo onorando Madre Teresa, posso dire che nel mio cuore ancora oggi hanno una importanza rilevante le parole che ella mi rivolse nel nostro primo incontro a Milano il 17 marzo 1979: «Si faccia coraggio. Non abbia paura. Pregherò per lei, ma si ricordi di non cessare mai di combattere contro questa legge, perché i cristiani in India sono tristi perché hanno l’impressione che in Italia anche la Chiesa abbia ceduto». No, non credo che la Chiesa abbia ceduto, ma i cristiani in parte sì, e dall’India è facile confondere l’Italia con la Chiesa. Questo rende particolarmente gravi le responsabilità dell’Italia riguardo al mondo quando si tratta dei valori della vita e della famiglia.
Il titolo assegnato al mio intervento è “Madre Teresa, Presidente onorario del Movimento per la vita”. In effetti, nel 1990, insieme a Francesco Migliori, proposi all’allora Presidente della Federazione mondiale dei Movimenti per la Vita, Wilkie, di proclamare Madre Teresa nostra presidente onoraria, e così avvenne. Questo riconoscimento si è poi consolidato quando nel 2003 san Giovanni Paolo II, nel ricevere il direttivo del MpV, la riconobbe come nostra “Presidente spirituale”.
Per quali motivi?
Per essere breve, oso rivolgermi direttamente a Madre Teresa. Ella, in questi momenti è sicuramente in mezzo a noi: è la nostra Presidente, e in vita aveva dichiarato che, se fosse diventata santa, sarebbe stata poco in Paradiso per continuare a essere sulla terra in mezzo ai poveri.
«Cara Madre Teresa, oso parlarti direttamente quasi continuando i colloqui che ho avuto la gioia di avere con te e che hanno sciolto i miei dubbi e rasserenato il mio animo.
Ti abbiamo proclamato nostra Presidente onoraria perché tu, con quel tuo ripetere che il bambino non nato è il più povero dei poveri, hai consolidato la ragione del nostro impegno che molti contrastavano. In effetti, il riconoscimento del concepito come “uno di noi” è l’unico elementare fondamento del nostro lavoro.
Tu sei stata con noi nei momenti più difficili. Non posso dimenticare che nel 1981, al momento del referendum sull’aborto, abbiamo fatto comizi insieme. Con il tuo modo orante di parlare non hai avuto paura della “politica” quando si trattava di difendere il più povero dei poveri. Eri a Firenze il 13 maggio 1981, quando – a quattro giorni dal referendum sull’aborto – si concludeva la campagna referendaria. Quel pomeriggio ci fu l’attentato contro Giovanni Paolo II e, cancellata la manifestazione, si svolse una marcia silenziosa fino alla più vicina chiesa, dove tu ci dicesti: “Promettiamoci che in questa bella città di Firenze nessuna donna possa dire di essere stata costretta ad abortire”.
Ti sentiamo nostra Presidente anche perché ci hai insegnato che il riconoscimento del concepito come il più povero dei poveri, e quindi come uno di noi, non è qualcosa di periferico rispetto alla costruzione della civiltà dell’amore ma ne è la prima pietra, il punto di partenza.
A Firenze, nel 1986, a conclusione del Convegno su “Firenze, Europa, cultura: prima di tutto la vita” firmasti insieme a Chiara Lubich un appello all’Europa, auspicandone il rinnovamento in nome della dignità della vita nascente, sofferente e morente. Quel convegno è stato all’origine dei concorsi europei che da allora ogni anno abbiamo promosso tra gli studenti italiani (talora anche soltanto europei) per riflettere sul rapporto tra l’idea di unità europea e la dignità dei più piccoli e deboli.
Nel secolo delle donne tu, piccola donna di un’oscura città del Paese dove più duramente si è manifestato l’ateismo di Stato, hai affascinato migliaia di giovani donne di tutto il mondo. Anche per questo la tua vicinanza è preziosa, perché lenisce il mio dolore di essere considerato “nemico delle donne” per il fatto che ne difendo il figlio e quindi la grandezza della loro maternità, come tu hai fatto.
Se ora mi rivolgo personalmente a te, cara Madre Teresa, è per affidarti l’iniziativa denominata “Uno di noi”, che io ritengo importantissima – in certo modo decisiva – nella difesa della vita nascente, ma che invece non trova ancora consapevolezza e slancio neppure tra i cristiani, e che i “potenti” della terra hanno già dichiarato, al termine della prima fase, di non voler prendere in considerazione. Tu sei “la donna più potente del mondo”, come ti dichiarò nel 1985 il segretario generale dell’Onu. Noi siamo poveri, senza mezzi economici, ci sentiamo soli, isolati, evitati. Da oggi io pongo la seconda fase dell’iniziativa “Uno di noi” nelle tue mani. Sappiamo bene che nell’oceano della tua spiritualità e del tuo servizio ai poveri noi e io personalmente siamo pulviscolo, ma la tua parola e la tua presenza spirituale ci invitano a essere lieti e ad andare avanti.
Ecco, ora l’iniziativa europea “Uno di noi” è affidata a te. Tu puoi suscitare nelle menti e nei cuori di coloro che dovrebbero essere i protagonisti della seconda fase (personale sanitario, scienziati, giuristi, politici) il senso di responsabilità e di amore verso il non ancora nato e la determinazione a rendere la loro testimonianza in favore di questa iniziativa.
Tu, madre tenera dei poveri, puoi rendere evidente che riconoscere la dignità dei più piccoli tra i viventi non è un atto di guerra, un gesto polemico, ma un gesto di tenerezza anche verso le loro madri e le loro famiglie, un ponte per il dialogo e non un muro di divisione.
Tu, cara Madre Teresa, hai detto: “Mi sento madre di migliaia di bambini. I piccoli concepiti e abortiti sono i più poveri tra i poveri, traditi dai genitori, indifesi, neppure riconosciuti come figli”.
Ti preghiamo, perciò, che nella celebrazione della tua santità non sia dimenticato questo aspetto, non sia dimenticato il più povero dei poveri, prenda impulso l’iniziativa “Uno di noi”, si moltiplichino l’impegno per la vita dei figli e il coraggio e la gioia delle madri e delle famiglie, si diffonda la tenerezza del perdono per chi ha sbagliato, e i Movimenti per la vita siano sempre più resi giovani e nuovi dalla tua spiritualità a un tempo contemplativa e operosa».