Da eccezione a regola. In Inghilterra l’aborto «per posta» diventa legge
L’aborto «per posta» in Inghilterra diventa permanente. È l’esito del voto con cui la Camera dei Comuni ha normalizzato la procedura, introdotta in via straordinaria agli inizi della pandemia, che consente alle donne di interrompere la gravidanza fino a dieci settimane, da sole, dopo consultazione telefonica con il medico, assumendo in autonomia, a casa, entrambe le pillole abortive (mifepristone e misoprostol) ricevute per posta. La modifica è arrivata con un emendamento alla legge su salute e assistenza, incardinato ai Lord dalla parlamentare Tory Elizabeth Sugg, approvato in via definitiva ai Comuni con una maggioranza di 27 voti (215 sì, 188 no). Il governo conservatore aveva ribadito con una mozione di disaccordo il "no" alla variazione ma ha dovuto concedere ai deputati libertà di coscienza nel voto.
Il protocollo sull’aborto farmacologico in vigore fino al 30 marzo 2020 stabiliva che, per motivi di sicurezza, la somministrazione della prima pillola dovesse avvenire sotto controllo medico, in clinica o in ospedale, mentre la seconda, come previsto da una variazione del 2018, potesse avvenire a casa. Il Ministero della Salute ha autorizzato la "domiciliazione" di entrambe le fasi per effetto dell’emergenza sanitaria innescata dal Covid-19. L’idea era di tornare al regime ordinario alla fine di agosto 2021. Le pressioni delle associazioni pro-choice hanno invece prevalso su quelle dei pro-life che negli ultimi due anni hanno cercato di documentare le complicazioni, spesso gravi, a cui sono state esposte le donne (circa 150mila) che hanno optato per l’interruzione volontaria della gravidanza "fai da te".
Il via libera all’aborto in telemedicina è la prima variazione di sostanza all’«Abortion Act», la legge del 1967. L’Inghilterra si allinea così al Galles che ha reso permanente la modifica in febbraio. Su questa strada si sta muovendo anche la Scozia.