La nuova legge che consente anche ai minori – senza limiti di età – di chiedere l’eutanasia di fronte a un male incurabili è ora in vigore in Belgio. Il re Filippo ha infatti firmato il testo, nonostante una petizione di 200.000 europei che gli chiedevano di rimandarlo alle Camere, e che era stata presentata al Palazzo Reale giovedì scorso. Il Belgio diventa così il primo Paese al mondo a consentire l’eutanasia a minori su loro stessa richiesta: in Olanda esiste già una legge analoga, ma è se non altro prevista un’età minima di 12 anni.A nulla sono dunque valse non solo le 200.000 firme, ma anche le numerose proteste in Belgio contro questa legge approvata in tutta fretta lo scorso 13 febbraio da una maggioranza diversa da quella che sostiene il premier socialista Elio Di Rupo (contrari infatti i cristianodemocratici fiamminghi e valloni, a favore socialisti, liberali, verdi e i nazionalisti fiamminghi moderati). Al centro è l’estensione di una legge in vigore già dal 2002 in Belgio che consente ad adulti malati di chiedere ai sanitari un’iniezione letale per porre fine a gravi malattie e a sofferenze, o anche di lasciare indicazioni, ad esempio in casi di demenza da Alzheimer, con validità massima però di cinque anni. La modifica consente ora anche ai minori di scegliere l’eutanasia (servirà però l’assenso dei genitori) facendo riferimento alla «capacità di discernimento» del bambino con la «garanzia che ciò che esprime sia ciò che comprende», a valutarlo saranno psichiatri dell’età evolutiva e psicologi. Inoltre la modifica prevede che la dichiarazione anticipata di adulti in caso di futura demenza possa essere illimitata, ampliando dunque enormemente le possibilità di eutanasia di malati di Alzheimer. La protesta era stata fortissima, con un appello dei rappresentanti di tutte le principali confessioni religiose in Belgio, firmata da rappresentanti cattolici, luterani, ortodossi, musulmani, ebrei, buddisti, nel quale si metteva in guarda da una «logica che conduce a distruggere le fondamenta della società». Ma contro la legge si è schierata anche un’associazione non confessionale, così come 160 pediatri belgi che avevano scritto al Parlamento una lettera in cui si avverte che «non c’è alcuna domanda da parte della popolazione e del mondo medico-scientifico di estendere ai minori la possibilità dell’eutanasia», ricordando che «un giovane può pensare da adulto solo dopo i 18 anni». E un chiaro appello contro la legge era giunto anche dal primo congresso internazionale delle cure palliative pediatriche, svoltosi a Mumbai, in India, firmato da 250 esperti di 35 Paesi. Niente da fare, il sovrano, che come il nostro capo dello Stato può rinviare una legge alle Camere per dubbi di costituzionalità, non ha ravvisato elementi per rimandare il testo al Parlamento. E ha firmato.