Vita

Il popolo della vita. Ascolto gentilezza, serenità: Carlo Casini conosciuto di persona

martedì 10 settembre 2024

Carlo Casini

Riprende la nostra raccolta delle testimonianze di tante persone che hanno conosciuto Carlo Casini e che desiderano condividere il loro ricordo personale. La nascita dell'Associazione Amici di Carlo Casini il 9 luglio a Roma, presieduta da Angelo Passaleva, aggiunge uno strumento all'impegno per custodire e diffondere la memoria alla già attiva rete degli Amici coordinata dai coniugi Anna e Alberto Friso. Anche in vista dell'apertura della causa di beatificazione, passati i 5 anni canonici dalla sua morte (il 23 marzo 2020) che molte delle voci pubblicate da marzo 2024 su questa sezione Mpv del sito Avvenire.it, nel canale Vita, stanno chiedendo.

«Ho 93 anni, una vita punteggiata da conoscenze ed eventi. Fra questi spicca luminoso l'incontro con l'onorevole Carlo Casini, un rapporto ben presto diventato amicizia. Nell'anno 1986 Firenze fu proclamata capitale europea della cultura e, fra i diversi eventi, al palazzetto dello sport ci fu un convegno dal titolo: “Firenze, Europa, cultura: prima di tutto la vita”. È in quella partecipatissima manifestazione che conobbi da vicino le idealità del Movimento per la Vita che Casini aveva fondato. Chiara Lubich e Madre Teresa di Calcutta espressero il proprio pensiero sul valore della vita umana in tutte le sue fasi ed età con argomentazioni che entusiasmarono tutti: una luce che feci conoscere anche ai giovani del Centro La Pira di Firenze che in quegli anni coordinavo. In seguito ebbi anche occasione di approfondire il mio rapporto personale con Carlo. Con la sua competenza di magistrato e la profondità di uomo di Dio, mi ha aiutato ad allargare l'anima su orizzonti sempre più vasti, in particolare su tematiche attinenti alla vita umana, quale valore primordiale e inalienabile. A Carlo, persona umile e alla portata di tutti, devo un grazie speciale anche per quando fui eletto presidente dei Movimenti Cattolici Toscani. La sua vicinanza mi incoraggiava a svolgere tale compito con la pace nel cuore e tanta serenità». (Gigi S.)


«L'incontro diretto e personale con Carlo aveva qualcosa di particolarmente attraente e coinvolgente per noi ancora giovani. Colpivano prima di tutto la sua capacità di ascolto e la sua gentilezza d'animo che traspariva dal suo sguardo sereno e accogliente ma che al tempo stesso infondeva sicurezza. Si percepivano dalle sue parole un forte coraggio e un realistico ottimismo di fondo. Nelle situazioni più sofferte di insuccessi o palese sconfitta per la causa della vita mai trapelavano in lui rassegnazione o sconforto. Con la sua carica di ottimismo mostrava inoltre di avere una spiccata capacità di coinvolgimento di noi giovani, nell’impegno per la vita con iniziative sempre nuove e diverse tanto che sotto la sua guida e il suo esempio ci sentivamo sicuri e fiduciosi di poter ottenere dei successi o comunque di realizzare qualcosa di buono anche nelle attività meno impegnative come il volantinaggio o quando andavamo ad affiggere i nostri manifesti per la vita». (Daniela e Andrea B.)

«Leggere l’intervista di don Stefano Stimamiglio a Marina Casini e le testimonianze raccolte da Francesco Ognibene mi hanno commosso. Sono la conferma dei tanti aspetti della “grandezza umile” di Carlo Casini, così come ho potuto conoscerlo, sia pure per poco tempo e nell'ambito ristretto e marginale del mio lavoro. Ma un episodio mi porterò sempre nel cuore. L'ultima volta che l'ho visto è stato a Roma, presso la sede del Movimento per la Vita Italiano, nella primavera del 2018 per una riunione riguardante l’adeguamento delle associazioni alla riforma del terzo settore. Era già provato dalla malattia e lo ricordo attentissimo a quello che dicevamo. Ma soprattutto fui toccato dalla sua delicata attenzione nei miei confronti: alla fine dell'incontro, la sua più grande preoccupazione era incrociare gli occhi della moglie per sapere se avevo bevuto un caffè... Una premura indimenticabile... Era preoccupato per me, nelle condizioni di malattia avanzata in cui si trovava, se avevo bevuto un caffè! Un gesto di amore gratuito così, apparentemente piccolo, racchiudeva, per me, tutta la grandezza di un grande Uomo». (Riccardo B.)