Vita

Unioni civili. Malan (Fi): «Il ddl Cirinnà mina la società»

Angelo Picariello venerdì 26 giugno 2015
«Ho firmato, nella scorsa legislatura, un appello per regolamentare i diritti delle coppie stabilmente conviventi, ma questa è tutt’altra cosa, siamo all’equiparazione completa al matrimonio». Lucio Malan in commissione Giustizia del Senato il suo 'no' al ddl Cirinnà l’ha sempre espresso. E ai colleghi di Forza Italia che remano in un’altra direzione dice: «Attenzione, la confusione fra unioni civili e famiglia porterà al progressivo svuotamento del matrimonio. Vedrete, - scommette - si arriverà ai matrimoni di comodo». Da quando si è convinto di questi rischi? Ricordo la lezione di una docente a un corso post-laurea negli Usa che sosteneva la tesi secondo cui le differenze fra uomo e donna sono il frutto di un condizionamento culturale e non di un fatto naturale. Era il 1990. Dopo 25 anni ho l’impressione che si voglia imporre questa impostazione per legge. Ma non l’ha sempre pensata così... In passato mi sono schierato a favore della concessione di diritti a individui non garantiti, ma il ddl Cirinnà dà vita a un matrimonio a tutti gli effetti, adozione compresa. La cosiddetta stepchild adoption porterà all’utero in affitto o pratiche consimili. E la conseguenza inevitabile sarà l’indottrinamento dei bambini nelle scuole. Con la teoria del gender? Certo. Spiegando che i figli non sono di chi li fa ma di chi li produce, anzi di chi li fa produrre. Un imbroglio, con l’ipocrita assicurazione che si vuol tenere distinte le due fattispecie. Ma il presidente Palma ha bocciato l’introduzione in premessa dei riferimenti agli articoli 2 e 3 della Costituzione, che poteva aiutare a distinguere. Il riferimento all’articolo 3 poteva essere addirittura peggiorativo. Perché proprio facendo leva sul principio eguaglianza sarà facile ottenere per via giurisprudenziale la piena equiparazione al matrimonio. Bene invece il richiamo all’articolo 2. Ma inserire questo riferimento alle formazioni sociali nella premessa porterebbe a una contraddizione con il resto del testo, tutto riferito al diritto di famiglia e al matrimonio. A quel punto andrebbe radicalmente cambiato. A molti è parso un gioco delle parti, fra Palma e Cirinnà, poco entusiasta dell’emendamento da lei stessa presentata. A me è parso più che altro un gioco delle parti nel Pd, che ha nel suo ambito posizioni diverse. Ma i segnali che arrivano da Forza Italia non sono tutti in sintonia con quanto lei sostiene. Anzi. Il senatore Caliendo ha formalizzato una proposta che va nella direzione che indicavo e ha trovato ampi consensi nel nostro gruppo. Ma Berlusconi ultimamente ha virato dalle precedenti posizioni. Se si vede bene quando Berlusconi ha aperto alle unioni gay in effetti ha parlato anche lui di diritti: visita in carcere, subentro nell’affitto. Ma alla Camera il progetto Carfagna si colloca in piena sintonia col ddl Cirinnà. A chi nel mio partito sostiene queste posizioni dico di stare attenti al rischio di banalizzazione il matrimonio. Processo avviato dal divorzio breve. Sono normative che non tengono conto del diritto di un bambino a un padre e una madre. Che cosa propone al posto della stepchild adoption. Si dice che se scompare un componente dell’unione civile, senza l’adozione del figlio del compagno, il superstite non può subentrare. Ma se questo è il problema lo si può regolare con una norma che dica, in caso di scomparsa di uno dei partner, che si deve tener conto nell’affidamento del figlio di affetti consolidati.