Il progetto. Il cambiamento d'epoca? Un'occasione per relazioni che risanano
Tonino è psichiatra, Marco filosofo, Francesco manager e Fabio prete. «Ci siamo incontrati per caso, o per Provvidenza – racconta quest’ultimo – e abbiamo deciso di scrivere insieme un libro, che però è anche un docufilm e un progetto». Che muove dalle parole di papa Francesco: «Non siamo in un’epoca di cambiamento, ma in un cambiamento d’epoca». E considera il periodo attuale la migliore occasione di rinnovamento, per chiunque: «Un tempo propizio per ricominciare».
Tonino Cantelmi è presidente dell’Istituto italiano di Psicoterapia cognitivo-interpersonale, Marco Guzzi è poeta e conduttore radiofonico, Francesco Cannella è coordinatore nazionale Aris (Associazione religiosa istituti sociosanitari) e don Fabio Lorenzetti dirige il Centro di riabilitazione Don Guanella a Roma. Quasi inevitabile che la 'prima' romana del docufilm (prodotto dalla onlus Save the dreams-Amici di don Guanella) con la presentazione del libro Transizioni profetiche fosse sotto il segno del «Prendersi cura», patrocinata da Ufficio Cei per la Pastorale della Salute e Aris, ospite dalla Fondazione Don Carlo Gnocchi a Roma.
E 'prendersi cura' è nelle intenzioni degli autori, che vogliono «condividere la nostra riflessione con tutti coloro che non vogliono semplicemente subire, inconsapevoli o sopraffatti, i processi di questo straordinario tempo di transizione». Al di là del caos e della crisi che viviamo, «bisogna continuare a sognare e progettare – spiegano –, con novità di occhi e di cuore ».
Soprattutto, «dobbiamo metterci in fondo alla fila delle persone che hanno una difficoltà, e da qui avere un altro punto di vista». Restando però «essenziali», «lasciando perdere il superfluo, che ci appesantisce».
Quattro punti di vista che «si integrano bene tra di loro», spiegano gli autori di un libro che «offe un punto di vista antropologico, spirituale, ma anche psicologico e religioso, sulla transizione in corso, che riguarda tutti». Un libro che vuol dare «spunti profetici di luce che portino a una speranza autentica e fondata», alla scelta di un «futuro migliore possibile per tutti», che è «qualcosa che ci viene incontro» e «determina il presente». Senza paura, con ottimismo. Che «non vuol dire nascondere le difficoltà e addolcire le situazioni – si legge nel libro – ma combattere una struttura del mondo che si rinforza e alimenta con le nostre stesse lamentele, rendendoci sempre più impotenti e deboli». Un libro «sul quale, dopo averlo letto, ognuno potrà scrivere un’altra storia – concludono Cannella, Cantelmi, Guzzi e don Lorenzetti –. In questo momento propizio per parlare a milioni di persone isolate e anonime nelle nostre città, ingannate dall’illusione di una falsa relazionatà telematica, in realtà sempre più chiuse nelle proprie disperazioni e impotenze».