Vita

La Giornata. Il deficit italiano delle politiche familiari

venerdì 15 maggio 2015
Se si confronta la percentuale di Pil investito nelle politiche per la famiglia, l'Italia presenta uno spread rispetto alla media europea pari a un punto percentuale: noi spendiamo circa l'1,4% mentre l'Europa in media dedica tra il 2,3% e il 2,4%. In parole povere, per essere in linea con lo standard europeo, alle politiche familiari del nostro Paese mancano tra i 15 e i 17 miliardi di euro. È la denuncia, dati alla mano, del Forum delle associazioni familiari, che oggi, in occasione della Giornata internazionale della famiglia, ha organizzato un convegno a Roma.Questi miliardi, ha spiegato il presidente del Forum Francesco Belletti, "mancano alle politiche della casa, al sostegno diretto ai nuclei con figli, alle politiche per il lavoro giovanile". E al sostegno agli anziani: circa i tre quarti di quelli non autosufficienti, ha detto Belletti, sonocurati soprattutto in famiglia. "Questo vuol dire che se tre anziani su quattro non avessero una famiglia che li cura, sarebbero privi di un'adeguata protezione o esigerebbero un aumento delle cure che appare difficilmente sostenibile, e non solo da punto di vista finanziario".Belletti ha infine sollecitato il governo a convocare la terza Conferenza nazionale sulla famiglia, e il sottosegretario al Lavoro e Politiche sociali Franca Biondelli, presente al convegno, ha assicurato che sta lavorando per organizzarla e che al più presto sarà resa nota la data. Alla cerimonia presso la sede del Governo a Roma erano presenti esponenti dell’esecutivo, del dipartimento delle Politiche per la famiglia e dell’associazionismo familiare italiano. Tema dell’incontro era “Il futuro del Paese è nell’alleanza tra le generazioni”.  "Tutti gli osservatori più avveduti, sia italiani che stranieri, sono concordi nel dire che questi durissimi anni di crisi in Italia hanno avuto un impatto sociale molto meno devastante che in altri Paesi proprio per la capacità solidaristica delle reti familiari”: ha evidenziato nel suo discorso Belletti, notando che “le famiglie sono state capaci di offrire sostegno, aiuto e protezione ai giovani senza lavoro, agli anziani con pensioni basse e con servizi socio-sanitari spesso di bassa qualità. Fino ad arrivare alla retorica della famiglia come ‘primo e più importante ammortizzatore sociale’ nel nostro Paese”. L'economista Luigino Bruni ha notato che “non si può lasciare fuori dal mondo del lavoro il 40% dei giovani e costringere gli anziani al lavoro fino a 70 anni”. Nel suo intervento lo studioso ha sostenuto che “la politica dovrebbe incrementare il part-time per chi ha più di 55 anni così da inserire sempre più giovani. Un laureato che non lavora, oltre a intristirsi, ha un capitale culturale che si deteriora pesantemente”. La proposta è “non più di 30 ore lavorative per tutti e non meno di 12 ore di cura gratuite per tutti. Ogni persona, dall’operaio al primo ministro, dovrebbero fare questa attività di cura gratuita. Chi non lo facesse dovrebbe avere la disistima sociale”. Il messaggio del presidente Mattarella"Da tempo si sottolinea l'opportunità di attuare politiche dirette ed esplicite per promuovere la famiglia, soggetto di primario interesse pubblico. Si avverte, dunque, il bisogno di porre la famiglia al centro delle politiche sociali": lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio al Forum delle associazioni familiari in occasione della Giornata della famiglia. "La famiglia facendosi carico di insufficienza da parte dei pubblici servizi fornisce un contributo decisivo alla società"."In questi anni difficili - scrive il capo dello Stato - la famiglia ha svolto un prezioso compito di 'ammortizzatore sociale' in materia di assistenza, di accoglienza, di educazione, di integrazione perfino di coesione sociale. Nelle periferie esistenziali del nostro Paese, laddovele relazioni sociali appaiono sempre più sfilacciate, spesso la rete familiare costituisce l'unica presenza significativa"."Questo aspetto - continua Mattarella - non esaurisce, naturalmente, la sua funzione all'interno di una società ordinata che tocca aspetti ineludibili che attengono alla sfera degli affetti, della solidarietà, della trasmissione di valori, dell'altruismo e del rapporto tra generazioni. Per questo motivo, da tempo, si sottolinea l'opportunità di attuare politiche dirette ed esplicite per promuovere la famiglia, soggetto sociale di primario interesse pubblico".Il capo dello Stato conclude il suo messaggio inviando "un saluto affettuoso a tutte le famiglie italiane, con l'auspicio che nonostante tanti sacrifici e momenti di difficoltà non perdano la fiducia nel futuro, patrimonio prezioso a cui ha diritto ogni cittadino".