Vita

Minori. «Famiglie, domina il modello figlio unico»

lunedì 22 giugno 2015
La famiglia italiana è sempre più "stretta" e "lunga": oltre la metà della coppie con figli minorenni ha un solo figlio. È quanto emerge dalla relazione annuale, tenuta al Parlamento dal Garante nazionale per l'infanzia e l'adolescenza Vincenzo Spadafora che traccia un bilancio sulle condizioni dei bambini e adolescenti in Italia. I dati dell'Istat riferiti al 2014 confermano "che sono ormai un'esigua minoranza coloro che vivono in famiglie in cui ci sono anche i nonni (5,3%). Prevale ancora la famiglia con il padre, la madre e altri fratelli (62,4%), seguono quanti vivono solo con il padre e la madre (17,9%) e le famiglie monogenitore solo con la madre (6,5%) mentre residuali sono tutte le altre", ricorda il Garante. "È ormai dominante il modello del figlio unico" e "quasi raddoppiano le famiglie monogenitoriali che passano da 535 mila nel 1999-2000 a 954 mila nel 2013-2014. I nuclei monogenitore con figli minorenni sono composto nell'86,4% dei casi da madri sole", si legge nella relazione. "Le coppie con figli minorenni sono in totale 5 milioni 676 mila, la percentuale di quelle con un solo figlio è il 51,6%, quelle con due il 39,9% e quelle con tre o più l'8,5%. Le coppie non coniugate con minori sono 520mila e presentano una quota di figli unici maggiore rispetto alle coppie coniugate (rispettivamente 66,5% e 50,0%). "Nel 2012 - emerge dalla relazione - si arresta la crescita del fenomeno delle separazioni e divorzi che sono stati rispettivamente 88.288 e 51.319. In metà delle separazioni (48,7%) e in un terzo dei divorzi (33,1%) è coinvolto un figlio minorenne. In termini assoluti il numero di figli minorenni che sono stati affidati nel 2012 è stato pari a 65.064 nelle separazioni (nell'89.9% dei casi in affido condiviso) e a 22.653 nei divorzi. Nelle separazioni, il 54,5% dei figli affidati ha meno di 11 anni". In caso di divorzio i figli sono generalmente più grandi: la quota di quelli al di sotto degli 11 anni scende al 32,1% del totale. Cambiano anche il numero di fratelli e la condizione dei genitori: "le principali cause di tali trasformazioni sono oltre al calo della fecondità e una maggiore instabilità coniugale, il progressivo deterioramento delle condizioni economiche del Paese". Nel 2014 la percentuale di minori senza fratelli raggiunge il 30,7% nell'Italia Centrale, nel Nord-Est il 27,1%, seguono poi il Nord-Ovest e le Isole con il 24,1% infine il Sud con il 19,5%. Le regioni col maggior numero di figli unici sono la Toscana (32,7%), il Friuli-Venezia Giulia e il Lazio (30,9%) e l'Emilia-Romagna (30,7%) mentre la Campania, la Sicilia e il Veneto presentano le quote più elevate di bambini e ragazzi con 2 o più fratelli (28,9%, 25,9% e 25,5%). (segue)