Vita

G7 Salute di Ancona. La “cultura della cura" richiede ideali. E concretezza

Simone Pizzi* martedì 8 ottobre 2024

Il logo del G7 presieduto dall'Italia

La città di Ancona ospita a ottobre un nutrito calendario di convegni e approfondimenti sui temi della salute, del corretto stile di vita e della prevenzione delle malattie. Questi eventi, denominati nel loro insieme “Extra G7 Salute” (dal 9 all’11), fanno da cornice al G7 Salute da tempo programmato. Gli incontri sono stati organizzati dall’amministrazione comunale di Ancona, in collaborazione con le associazioni e gli enti che si occupano in vario modo di salute e di sanità.

Viene offerta la possibilità di confrontarsi con diversi esperti su temi rilevanti per la salute pubblica e il benessere dei cittadini. Si tratta di un’occasione preziosa per fare il punto della situazione in merito a ciò che è già stato compiuto e per riflettere su quanto si potrà ancora realizzare: vagliando il passato e il presente si avrà modo di proiettare lo sguardo in avanti per progettare il futuro.
L’auspicio è che iniziative come queste non restino eventi sporadici ma si trasformino in opportunità che inaugurano percorsi fatti di costanti confronti e, soprattutto, di azioni concrete.

Tutto ciò che va nella direzione del Bonum commune, dunque anche del miglioramento della salute pubblica è da valorizzare e ottimizzare. Salus populi suprema lex, scriveva Cicerone, che parlava anche di officia, ossia di doveri. E quando si parla di dovere si entra nel campo dell’etica, in particolare dell’etica pubblica, che è per sua natura teorico-pratica, che cioè al contempo si nutre di una dimensione riflessiva e implica una dimensione “agìta”.

Specialmente in campo sanitario sono imprescindibili le azioni: azioni concrete, reali e realizzabili, intraprese a più livelli, in base a un prisma di obiettivi individuati proprio nell’ottica di un’etica della salute pubblica che considera ogni essere umano come persona, con la sua intrinseca e inviolabile dignità.

Al centro di questa etica si colloca il concetto di cura, intesa come “presa in carico” dell’altro da sé, dell’altro come persona, con i suoi bisogni, le sue fragilità e le sue doti di resilienza. Costruire sul positivo e decostruire, depotenziare il negativo: questo è il compito etico di una società capace di cura autentica, che si esplica come azione verso l’altro e soprattutto per l’altro e che ha come fine ultimo il ben-essere.

La cultura della cura è, inoltre, uno dei grandi cantieri di pace su cui possiamo lavorare. Papa Francesco ha sottolineato «l’importanza di prendersi cura gli uni degli altri e del creato, per costruire una società fondata su rapporti di fratellanza e debellare la cultura dell’indifferenza, dello scarto e dello scontro» (Messaggio del Santo Padre per la celebrazione della LIV Giornata mondiale della Pace, 1° gennaio 2021).

Ci si augura, pertanto, che questo corollario del G7 Salute arrivi a coinvolgere la cittadinanza tutta e possa essere un’occasione feconda per condividere esperienze e offrire criteri e indicazioni di buone prassi, enucleando un bacino di idee da cui la grammatica della cura come etica della salute pubblica possa attingere e arricchirsi.

A tutti noi oggi è chiesto di collaborare per ricucire il dolore dell’assenza di cura e tessere la speranza: siamo chiamati, perché «Fratelli Tutti», a essere efficaci artigiani di pace, operatori di cura, costruttori di ben-essere.

* Responsabile del Centro di riferimento regionale per la Terapia del dolore e le Cure palliative pediatriche, Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche, Ancona - Presidente del Consiglio Comunale di Ancona