Vita

Fine vita. Rinvio al Senato sul suicidio assistito, ma torna il dialogo

martedì 17 settembre 2024

Il presidente del Senato Ignazio La Russa, protagonista della mediazione

Rinvio, come previsto. Ma evitando lo scontro nell’aula del Senato, che alla vigilia pareva inevitabile. I 5 disegni di legge all'esame di Palazzo Madama erano attesi dall’assemblea, come previsto da un accordo pre-ferie tra maggioranza e opposizione. Ma nelle Commissioni Affari Sociali e Giustizia, che stanno discutendo congiuntamente i provvedimenti, ancora non si sono chiusi i lavori, visto che sono state chieste circa 90 audizioni per lo più dal centrodestra. E il rischio era che il tema venisse cancellato dal calendario dell’Aula per restare “parcheggiato” in Commissione ancora a lungo: l’intenzione del presidente della Commissione Affari Sociali, Francesco Zaffini, era infatti di dedicare alle audizioni solo il martedì. Invece nella Conferenza dei Capigruppo, convocata su richiesta del centrosinistra, si è trovata una mediazione: i ddl sul suicidio assistito restano nel calendario dell'Aula ma verranno discussi solo «ove conclusi i lavori in Commissione». Quindi una data non viene fissata ma non c'è neanche l’ipotizzato slittamento senza un'ipotesi di soluzione. Un primo accenno di dialogo.

«Ho chiesto che si trovasse una mediazione – dice il presidente del Senato Ignazio La Russa – e devo dire che da parte di tutti i presidenti dei gruppi c’è stato uno sforzo per venirsi incontro. La proposta avanzata dal capogruppo M5s Stefano Patuanelli di ricorrere alla formula “ove concluso l'esame in Commissione” è stata accolta all'unanimità. E sono stato contento perché su un tema tanto delicato non ci devono essere divisioni ma la ricerca comune per una soluzione normativa che sia il più possibile condivisa».

«C’è stata una moral suasion del presidente La Russa - spiega il capogruppo di Fdi Lucio Malan – per andare avanti con una ragionevole velocità, magari riducendo il numero delle audizioni». «Le opposizioni unite hanno salvato un provvedimento simbolo dal tentativo di rinviarlo sine die» commenta il presidente dei senatori Pd Francesco Boccia, mentre il capogruppo di Fi Maurizio Gasparri assicura che da parte della maggioranza «non c’è alcun intento ostruzionistico», ma neanche «si può pensare di non approfondire un tema così delicato e complesso». Secondo Boccia e il presidente dei senatori di Avs, Beppe De Cristofaro, si è concordato un percorso non come «concessione» da parte della maggioranza bensì «come rispetto del Regolamento» visto che i ddl (due del Pd a prima firma Alfredo Bazoli e Dario Perrini, uno di M5s di Elisa Pirro, uno di Avs e un di Fi presentato da Adriano Paroli) «sono stati firmati da tutti i senatori e senatrici delle opposizioni». E come tali vanno esaminati e votati.

Il presidio del Popolo della Famiglia nei pressi del Senato - Ansa

Le audizioni in Commissione intanto continuano. Nel giorno dell’annunciato arrivo in Aula del provvedimento è stata la volta dell’Associazione Luca Coscioni, con Filomena Gallo e Francesca Re a ricordare che la Corte costituzionale sollecita da tempo a legiferare sul fine vita, invitando anche i parlamentari a non retrocedere sui diritti che definiscono «già acquisiti» grazie alle sentenze della Corte. Vicino al Senato un presidio del Popolo della Famiglia ha fatto presenti le ragioni del “no” a una legge.