Lombardia. Federvita, sfida alla pandemia: nel 2020 aiutati a nascere 2.022 bambini
Nell'anno della pandemia i 56 Cav e i 17 Mpv lombardi hanno accolto e affiancato 5.974 donne, 3.189 delle quali gestanti
La pandemia non ferma l’amore e la cura per la vita nascente. Nel 2020 i Centri di aiuto alla vita (Cav) e i Movimenti per la vita (Mpv) della Lombardia hanno aiutato a nascere 2.022 bambini e hanno assistito 5.974 donne, 3.189 delle quali gestanti. «Si tratta di numeri importanti, anche se in diminuzione rispetto al 2018, in difetto per il fatto che non tutte le associazioni sono riuscite a inviare i dati», sottolinea un comunicato di Federvita Lombardia, diffuso dopo l’assemblea regionale svoltasi sabato 10 aprile su Zoom. Un’occasione per fare il punto sull’attività e le sfide di un anno «segnato dalla salita al cielo di Carlo Casini, fondatore del Movimento per la vita italiano, e di tanti amici volontari».
Numeri eloquenti, quelli del "popolo della vita". In Lombardia si contano 73 associazioni (56 Cav e 17 Mpv) con 836 volontari, la stragrande maggioranza donne, e 3.181 soci. Con questi 2.022 nuovi nati, salgono a 61.509 i bambini venuti alla luce dall’avvio dell’attività di questa rete presente in tutto il territorio. E anche questo è un numero per difetto, ricordano in Federvita, dal momento che non di tutti i Cav e i Mpv si hanno i dati storici completi dall’inizio. Guardando alle province: 1.078 i bambini nati nel 2020 grazie al sostegno dei 13 Cav e dei 3 Mpv milanesi, dove sono state aiutate 2.261 donne. Seguono Varese (10 Cav e 2Mpv) con 195 bambini e Brescia (8 Cav e 2 Mpv) con 160. Guardando alle donne ascoltate, accolte, aiutate: dopo Milano, ancora Varese (con 734 donne) e Mantova (599).
«Nel 2020 – testimonia Elisabetta Pittino, presidente di Federvita Lombardia – Cav e Mpv hanno continuato a prendersi cura della vita nascente, dei bambini, delle madri e dei padri, nei nuovi limiti definiti dall’arrivo del Covid-19 rispettando la sicurezza e inventandosi di volta in volta metodi per stare vicini, assistere, aiutare, imparando a usare le nuove tecnologie, creando nuove reti di collaborazione per consegnare denaro e beni di prima necessità; intervenendo comunque per l’assistenza morale e psicologica; attivandosi nelle situazioni di violenza accogliendo donne e bambini in luoghi protetti». E se la pandemia ha ridotto o reso più difficili tante attività, «è rimasto intatto nei volontari il desiderio di ritornare ai loro assistiti, o meglio lo zelo verso la vita nascente e verso la donna. Mpv e Cav sono testimoni che il figlio è amore totale, perché lo vedono in ogni bambino concepito e poi nato che si affida completamente alla madre e al padre. È questo amore totale, che, non appena percepito, fa “risorgere” le madri e i padri che avevano pensato all’aborto, li fa rinascere insieme al figlio», è stata la riflessione "pasquale" di Pittino. Sempre in assemblea la vicepresidente Maria Pia Sacchi Mussini ha presentato «Percorsi babymamme», un progetto regionale per i Cav lombardi dedicato alle future mamme giovanissime.