L'11 settembre a Roma. Eutanasia e suicidio assistito, interviene il cardinale Bassetti
Il cardinale Gualtiero Basetti, presidente della Conferenza episcopale italiana
«Eutanasia e suicidio assistito. Quale dignità della morte e del morire?» è il tema dell’evento pubblico promosso mercoledì 11 settembre a Roma dal tavolo Famiglia e Vita che, presso la Cei, riunisce l'Associazione italiana Psicologi e Psichiatri cattolici, l'Associazione Medici cattolici italiani, il Forum delle Famiglie, il Forum Sociosanitario, il Movimento per la Vita e l'Associazione Scienza & Vita. Come informa una nota dell’Ufficio Cei per le Comunicazioni sociali, all’iniziativa interverrà il presidente dei vescovi italiani, cardinale Gualtiero Bassetti, con una relazione sul tema dell'evento (diretta streaming su tv2000.it e su chiesacattolica.it). Nell’incontro, in programma presso il Centro congressi Cei di via Aurelia 796, è previsto anche uno spazio di confronto tra tutti i partecipanti.
Mentre si approssima la scadenza fissata dalla Corte Costituzionale al Parlamento per intervenire sull’articolo 580 del Codice penale che oggi punisce in ogni caso l’aiuto al suicidio senza che alcun provvedimento sia stato assunto dalle Camere, è in corso la mobilitazione del Comitato spontaneo Polis pro persona, che raccoglie 33 sigle associative cattoliche e laiche impegnate sui temi della vita, della famiglia, della salute e dell’impegno culturale, politico e sociale. Protagonista di due iniziative pubbliche in luglio per sensibilizzare i parlamentari sulla necessità di non delegare alla Consulta l’intervento su una materia come il suicidio assistito, il Comitato nei giorni scorsi ha lanciato l’invito all’appuntamento romano dell’11 settembre facendo sue le parole del Papa lunedì 2 settembre agli oncologi italiani: «Papa Francesco – ha fatto notare Polis – sull’eutanasia chiede di non arrendersi. E non solo "all’incomprensione", ma anche "davanti alla proposta insistente di strade più radicali e sbrigative"». «Se si sceglie la morte – aveva detto Francesco ai medici specializzati in tumori –, i problemi in un certo senso sono risolti; ma quanta amarezza dietro a questo ragionamento, e quale rifiuto della speranza comporta la scelta di rinunciare a tutto e spezzare ogni legame!».
Il nodo legislativo che il Parlamento dovrebbe sciogliere nasce dal processo al leader radicale Marco Cappato, che il Tribunale di Milano vorrebbe assolvere dal reato di aiuto al suicidio per aver cooperato nel 2017 alla morte di Fabiano Antoniani (dj Fabo) in una struttura specializzata svizzera, ma che, vigente l’articolo 580 nell’attuale formulazione (con pesanti pene per chi aiuta un’altra persona a togliersi la vita), non può certo definire innocente. Per questo i giudici milanesi si erano rivolti alla Corte Costituzionale, che a sua volta ha sospeso il giudizio chiamando in causa il Parlamento con un’ordinanza nella quale tuttavia ha fatto capire molto chiaramente di essere orientata, nel caso di silenzio delle Camere, a introdurre forme pur parziali e condizionate di depenalizzazione.
In un’intervista rilasciata ad Avvenire il 14 luglio, all’indomani della tragica fine in Francia di Vincent Lambert, il cardinale Bassetti aveva detto di essere «allarmato per quel che potrebbe significare per noi tutti accettare che si possa legittimamente aiutare qualcuno a morire. Provo un profondo turbamento di fronte alla possibilità che anche nel nostro Paese si aprano le porte all’aiuto al suicidio, tramite una legge o attraverso le sentenze di tribunali ordinari o della Corte Costituzionale. Sulla questione pende, come noto, una decisione della Consulta che si riunirà il 24 settembre, a meno che il Parlamento non si pronunci al riguardo, ad esempio intervenendo sull’articolo 580 del Codice penale soltanto per differenziare e attenuare – non depenalizzare! – in alcuni casi la previsione sanzionatoria all’aiuto al suicidio».