Vita

Esperienze. Con la Piccola Opera Charitas cultura e scienza danno voce ai più fragili

Federica De Lucia giovedì 26 settembre 2024

Il logo della Piccola Opera Charitas

A Giulianova, in Abruzzo, c’è una realtà che da oltre sessant'anni è impegnata nella più sfidante delle “traduzioni”: quella dal Vangelo alla vita. È la Piccola Opera Charitas (Poc) fondata dal cappuccino Serafino Colangeli.
La Poc è divenuta, nel tempo, un punto di riferimento nel territorio, per l'attenzione ai poveri e la cura delle persone con disabilità e disturbi dello spettro autistico.

Al servizio di quella parte della società che non risponde ai criteri, sempre più escludenti, di una pseudo-cultura della performance e del successo basato su falsi modelli, la Poc ha unito sin dall'inizio l'impegno per la cultura, promuovendo molteplici iniziative, nella convinzione che la carità, alla quale si ispira ed è dedicata, debba essere profusa a beneficio di tutte le dimensioni della persona umana: fisica, psichica, intellettuale e spirituale.

Questa missione ha ricevuto nuove spinte, prospettive e orizzonti con l'arrivo nella diocesi di Teramo-Atri, di cui la Piccola Opera è espressione, del vescovo Lorenzo Leuzzi, che ha posto al centro del suo pensiero e del suo magistero la necessità di una “sinfonia della carità” che unisca la carità samaritana, la carità intellettuale e la carità politica. Leuzzi evidenzia il ruolo della rosminiana “carità intellettuale” in un mondo che soffre per la mancanza di pensiero (Paolo VI), e ha voluto che la Piccola Opera associasse all'attività socio-sanitaria riabilitativa e assistenziale l'attività di ricerca scientifica.

È nato così il Centro di Ricerca Scientifica della Poc (CeRiPoc). Coordinato dal professor Stefano Vicari, ordinario di Neuropsichiatria infantile all'Università Cattolica del Sacro Cuore e primario di Neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza presso l'Ospedale pediatrico Bambino Gesù, il CeRiPoc intende, secondo le intenzioni del vescovo, perseguire il duplice e ambizioso obiettivo di rilanciare il metodo scientifico ed elaborare proposte culturali capaci di rispondere alle grandi domande di senso dell’esistenza, per diventare un polo di riferimento scientifico e culturale per i giovani, il territorio e oltre.

Anche quest'anno, il Centro di Ricerca organizza una delle sessioni del Forum internazionale del Gran Sasso. Promosso dalla Diocesi di Teramo-Atri e dall'Università degli Studi di Teramo, il Forum si svolge presso il campus universitario dal 26 al 28 settembre ed è giunto alla sua settima edizione, dedicata quest'anno proprio alla carità intellettuale come strumento di sviluppo dei popoli.

La sessione, intitolata “Animare una rinnovata prossimità. La carità intellettuale nella prospettiva della cultura della cura. Esperienze e riflessioni per lo sviluppo dell’uomo e dei popoli” è in calendario il 27 settembre con la partecipazione di relatori di chiara fama che – moderati da Francesco Ognibene, responsabile di “è Vita”, sezione di bioetica e salute di Avvenire – sono chiamati a interrogarsi su come la carità intellettuale e la cultura della cura possano rispondere alle sfide sanitarie, assistenziali e di ricerca del nostro tempo.

Parteciperanno alla sessione il presidente della Piccola Opera Charitas, Domenico Rega; Samuele Francesco Tadini, responsabile del Centro Studi Rosminiani di Stresa; Emilio Bettini, dell'Università Europea di Roma; Giuseppe Buffon, dell'Università Antonianum di Roma; Gianni Criveller, responsabile del Centro Pime di Milano; Mirella Susini, dell'Università Angelicum di Roma; e il coordinatore del CeRiPoc Stefano Vicari.