Disforia di genere. Bloccanti della pubertà, anche la Francia ci ripensa?
Il Senato di Parigi
Alla vigilia delle elezioni europee (con successivo scioglimento dell’Assemblea nazionale), il Senato francese – con maggioranza di centrodestra – ha approvato in prima lettura una proposta di legge volta a vietare i trattamenti bloccanti ormonali per i minori francesi. L’iter parlamentare, che già si annunciava lungo per via del diverso colore politico dell’Assemblea Nazionale (la camera che ha il potere deliberante definitivo), ora diventa imprevedibile stante la crisi politica che si è aperta a Parigi. Ma il segnale inviato dai senatori, su iniziativa della neogollista Jacqueline Eustache-Brinio, viene comunque considerato incoraggiante dalle associazioni che si battono contro le derive del fenomeno.
Secondo la senatrice, la bozza intende «vietare che i minori che si interrogano sul loro genere non si ritrovino a rimpiangere i trattamenti medici o di chirurgia di ri-assegnazione sessuale dopo una cattiva diagnosi». Rimpianti del resto già tante volte documentati dalla cronaca, in Francia e all’estero (ad esempio, più di recente in Inghilterra).
Se dovesse avanzare nella forma attuale, la legge impedirà ai medici di prescrivere trattamenti ormonali volti al cambio di genere. Analogo divieto per gli interventi chirurgici. Inoltre, è stata prevista dal testo la creazione di centri d’informazione per permettere alle famiglie di non ritrovarsi sole. Una parte della sinistra francese ha definito la legge «anti-trans», facendo intuire il clima che potrebbe crearsi all’Assemblea Nazionale se il progetto avanzasse nella prossima legislatura. Oltralpe la questione ha in effetti preso una piega molto ideologica che tende a distorcere gli argomenti delle associazioni preoccupate della salute, fisica e mentale, dei minori.
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