Diritti umani. Cosa unisce concepiti e migranti
Le bare delle piccole vittime del naufragio di Steccato di Cutro nel palasport di Crotone
Non si può non avvertire almeno un sussulto di dolore per l’ennesima tragica morte di tanti nostri fratelli e sorelle migranti ingoiati dal mare. Le questioni sono complesse, ma un orientamento è necessario. La logica della vita consente di proporre una stella polare scoprendo la verità su due aspetti essenziali: i diritti dell’uomo e l’Europa. Due aspetti che investono anche la riflessione sui bambini in viaggio verso la nascita. La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo si è posta come progetto di pace definitiva affidato al riconoscimento della dignità di ogni essere umano. Di qui il principio che la qualità di uomo è più importante di quella di cittadino, pertanto la tutela della vita e della dignità di tutti gli uomini non può più essere chiusa nell’ambito dei singoli Stati. Il fondamento dell’Ue consiste nel rispetto dei diritti umani e nella promozione dell’uguale dignità di tutti. All’Europa, oggi scenario di una guerra che sembra non volersi fermare, è chiesto sempre di più di essere un continente pacificato e pacificatore. Per esserlo deve trovare le ragioni dell’unità. L’ideale sarebbe affermare il diritto di ogni uomo a vivere e crescere nel luogo di origine, ma la realizzazione di questo diritto è impedita da lotte intestine, miseria e fame, che incombono particolarmente in Africa.
A questo riguardo è giusto affermare che c’è un debito dell’Europa verso l’Africa: si pensi alla schiavitù, o agli imperi coloniali. Ma cosa c’entra la vita nascente? «La difesa della vita nascente è intimamente legata alla difesa di qualsiasi diritto umano » (Evangelii gaudium, 213). Cosa c’è in comune tra i migranti e i concepiti? Apparentemente nulla, ma sostanzialmente tutto ciò che conta per gettare le basi di un nuovo umanesimo, per costruire ponti, per allargare orizzonti, per rinnovare la società e la politica, per realizzare la pace: in comune c’è l’appartenenza alla famiglia umana caratterizzata da una dignità inerente e uguale, incompatibile cioè con variazioni e graduazioni. Siamo davanti a un bivio globale che riguarda l’intera umanità: la vita o la morte; il soccorso o lo scarto; l’accoglienza il rifiuto. La responsabilità è davvero grande. Chissà che una maggiore attenzione delle istituzioni italiane ed europee alla vita nascente non ispiri politiche capaci di soluzioni umane e intelligenti nei confronti della vita migrante. Tutto si tiene.
Presidente Movimento per la Vita italiano