I manifesti. «Diritti al concepito»: un embrione nella campagna di Pro Vita & Famiglia
Un manifesto della campana affisso a Roma
«Chiediamo al Parlamento di approvare i disegni di legge già presentati al Senato che propongono di modificare l’articolo 1 del Codice civile al fine di riconoscere proprio la capacità giuridica del concepito». Per appoggiare questa richiesta è partita da Roma la campagna di affissioni di Pro Vita & Famiglia con il messaggio affissioni con il messaggio «9 biologi su 10 mi riconoscono come un essere umano. E tu?» e l’immagine di un embrione. L’associazione fa riferimento a una ricerca secondo la quale «il 96% dei biologi, su un totale di oltre 5.500 specialisti intervistati, riconosce l’umanità del concepito e che la vita inizia nel momento della fecondazione – afferma Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia –. La scienza, dunque, dice in modo incontrovertibile che il nascituro è uno di noi e da qui la politica italiana deve partire, per adeguare la legge alla scienza e riconoscere la capacità giuridica e l’umanità del concepito».
La ricerca è The Scientific Consensus on When a Human’s Life Begins pubblicata su Issues in Law & Medicine nel 2021, che ha coinvolto 5.577 biologi di 1.058 istituzioni accademiche di tutto il mondo. «Proprio di recente – aggiunge Coghe – abbiamo appurato, con un nostro sondaggio nazionale, come gli italiani siano d’accordo, poiché ben il 64% è favorevole al riconoscimento dei diritti inviolabili dell’uomo anche ai nascituri. Abbiamo inoltre chiesto ai cittadini cosa ne pensano del parere dei biologi ed è emerso che il 53% dei cittadini crede che questa inchiesta non farebbe comunque cambiare l’opinione di chi è favorevole all’aborto. Questo la dice lunga, purtroppo, su quanto ideologizzato sia il dibattito sul tema in Italia». La campagna «vuole contribuire a una vera e propria metamorfosi culturale e sociale che riconosca la persona umana fin dal concepimento, promuovendo una società davvero inclusiva e rispettosa della dignità di tutti gli esseri umani a prescindere dalle dimensione e dall'età. Non c’è un prima o un dopo: i diritti umani nascono nel grembo materno».