«Conta il paziente più della malattia». Il “manifesto” per rifondare la Sanità
La strada è di quelle che possono portare a un’innovazione, vale a dire a offrire una risposta a ciò che prima non l’aveva. La sanità nazionale ha bisogno di ridefinire i percorsi per risolvere le criticità emergenti: tempi d’attesa prolungati, aumento dei pazienti cronici e dei bisogni di una popolazione più anziana e sola.
Il manifesto della Fondazione Dignitas Curae, presentato alla Camera con l’intervento del presidente Lorenzo Fontana, intende offrire una soluzione tramite un modello di cura che riporti al centro i valori della medicina, riconosca il bene della persona e del curante e sfrutti le migliori competenze specialistiche.
La presentazione del manifesto della Fondazione Dignitas Curae a Montecitorio - Ansa
La Fondazione vuole agevolare il confronto fra istituzioni, operatori sanitari e pazienti per costruire insieme un nuovo paradigma orientato alla persona, che non si limiti alla prestazione sanitaria. Nella pratica clinica «questo modello – spiega il presidente della Fondazione, il professor Massimo Massetti, ordinario di Cardiochirurgia dell’Università Cattolica di Roma e responsabile dell’area cardiovascolare e cardiochirurgica del Policlinico universitario Gemelli – realizza una cura in continuità per il malato dove le competenze possedute dagli specialisti e dal personale sanitario, insieme alle risorse offerte nei reparti dalle tecnologie, sono organizzate con efficacia ed efficienza per i bisogni dei pazienti. Il modello – precisa il professore – cambia radicalmente l’approccio alla cura e l’organizzazione dei servizi sanitari sia nel territorio sia negli ospedali».
Già oggi, grazie al progetto Cuore avviato in collaborazione con la Fondazione Roma nell’area diretta dal professor Massetti, viene messa in pratica questa nuova visione della sanità. «I risultati a oggi valutati su alcuni percorsi diagnostici e terapeutici – conferma il professore – dimostrano che cambiando l’organizzazione si migliora la qualità, perché si riduce il tasso di mortalità e di complicanze e si incrementano l’appropriatezza delle prestazioni e l’efficienza perché si abbattono i tempi d’attesa e i costi. In sintesi, con questo modello curiamo il malato, non soltanto la malattia».
Il manifesto della Fondazione, scritto a quattro mani da Massetti e da monsignor Mauro Cozzoli, teologo e bioeticista, consultore del Dicastero per la Dottrina della fede, vede l’approvazione di papa Francesco (primo firmatario), del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del ministro della Salute Orazio Schillaci. Proprio il ministro ha annunciato l’avvio di un tavolo di lavoro per valutare l’applicazione più estesa del percorso proposto.
«Il progetto di revisione del sistema sanitario – afferma Schillaci – non riguarda solo gli ambiti prettamente organizzativi e gestionali: occorre portare avanti un modello di cura che non si limiti a curare l’evento patologico ma deve prendersi cura del paziente nella sua totalità. Si tratta di riorganizzare una sanità che deve essere centrata sul malato e non sulle malattie o sulle singole prestazioni sanitarie. Ma c’è bisogno del contributo di tutti gli attori coinvolti nella rifondazione del sistema sanitario, nel rispetto delle differenze dei compiti e dei ruoli, perché ciascuno dei soggetti interessati, il ministero della Salute, le Regioni, le aziende sanitarie, il personale sociosanitario, il mondo del volontariato, determinerà con il proprio contributo quale sanità consegneremo al futuro».
Al valore della dignità umana, reso concreto nel rapporto di cura fra medico e paziente, si ispira la dottrina cristiana, come ha ricordato il segretario di Stato vaticano cardinale Pietro Parolin: «Il primo grande merito del manifesto è la sua incidenza prioritaria sul pensiero: sulla modulazione valoriale delle intelligenze e delle coscienze, per una Sanità del futuro a misura umana. Perché – lo sottolinea il manifesto – è il pensiero che muove l’azione».
I promotori del progetto pensano ora a una fase di «mediazione pratica dei principi e delle linee-guida – come spiega Cozzoli –, in ogni ambito, relazionale, progettuale, gestionale, strutturale, istituzionale, del progettare, decidere e operare medico».