Sono perplesse e preoccupate le associazioni della società civile milanese di fronte all’iniziativa del Comune, che punta al riconoscimento delle cosiddette “unioni civili”, trascurando il bene sociale rappresentato, come da Costituzione, dalla famiglia fondata sul matrimonio.«Come è stato ribadito da più parti al VII Incontro mondiale delle famiglie – osserva Claudio Marcellino, presidente del
Forum milanese delle associazioni familiari – non è una scelta confessionale porre attenzione alla famiglia fondata sul matrimonio, che funge anche da ammortizzatore sociale, oltre a essere, secondo la Carta, anima e cuore della cittadinanza». E «poiché non esiste nel nostro Paese una politica organica a favore della famiglia – aggiunge – se viene adottato un provvedimento parziale, a essere discriminate saranno proprio le famiglie. Che hanno un progetto e hanno preso un impegno pubblico davanti alla società».Un concetto ripreso da Valentina Soncini, presidente dell’
Azione cattolica diocesana milanese: «Cattolici e laici non possono che avere riserve su un provvedimento che sembra offrire diritti senza doveri, riconoscimenti a fronte di un mancato impegno, mentre con il matrimonio si assumono diritti e doveri: far avanzare un provvedimento monco di una parte crea preoccupazione». Ci vuole altro: «Ci aspettiamo che il Comune si impegni a favore di chi fa scelte stabili e durature: la famiglia va sostenuta. Altrimenti nasce il sospetto che ci sia sotto una antropologia diversa». Ribadito «il valore del matrimonio, religioso e civile, come assunzione di responsabilità di fronte alla società», Paolo Petracca (presidente provinciale
Acli Milano, Monza e Brianza) precisa che «laddove vi è un problema di tutela di diritti di coppie che convivono in forma stabile, va osservato che questi registri comunali si sono rivelati poco efficaci e appaiono quindi fondate le osservazioni di quanti auspicano una iniziativa legislativa di carattere parlamentare tesa a garantire i diritti delle persone». E conclude che «solo entrando nel merito dei problemi, respingendo i tentativi di facile strumentalizzazione politica, si può aprire un fecondo terreno di confronto e di dialogo». Preoccupato per l’indebolimento della famiglia, che «è argine alla crisi politica, economica e sociale (che sarà sempre più forte)» è Danilo Galvagni segretario generale
Cisl Milano, che puntualizza: «Abbiamo altri problemi». «Su alcuni problemi di tipo pratico (come l’accesso alle cartelle cliniche) una soluzione va trovata – aggiunge –, ma occorre ribadire che in questa crisi, che tende a disgregare la contrattazione e le reti sociali, va tutelata la famiglia che è l’ultimo baluardo di un mondo globalizzato che diventa un giungla». Una nota del comitato provinciale del
Movimento cristiano lavoratori (Mcl) sottolinea che «l’operazione Pisapia punta chiaramente ad equiparare la famiglia fondata sul matrimonio all’unione di fatto e a cancellare le differenze giuridiche ed etiche che si traducono in un diverso contributo delle due scelte di vita alla costruzione morale e materiale della società in cui viviamo». E invita alla coerenza i consiglieri comunali che professano la fede cattolica: «Non è tempo di cattolici col singhiozzo». Secondo Giuseppe Zola, rappresentante di
Comunione e liberazione nel consiglio pastorale diocesano, «è evidente la forzatura ideologica per portare il tema a livello nazionale. Caratteristica di una famiglia è che la libertà di due persone di sesso diverso che scelgono di convivere e procreare ha una valenza pubblica. Questo risale a tremila anni prima di Cristo e continua a tutte le latitudini. La Costituzione riconosce questa società naturale: non si tratta di una formulazione cattolica, ma di tutta l’assemblea costituente, con marxisti, socialisti, liberali. Non si capisce quale rilevanza pubblica si debba dare a una unione che non la vuole, perché altrimenti si sposerebbe. Inoltre non c’è nessun bisogno di un registro, perché i problemi che nascono dalla convivenza possono già essere regolati con il diritto civile. Mi pare che ci sia un fondo malizioso in questa operazione che non mi aspettavo da questo sindaco».