Vita

Consultori e vita. «Rimuovere le cause... »: perché non si legge tutta la 194?

Luisa Santolini lunedì 29 aprile 2024

Una manifestazione contro la presenza nei consultori del volontariato per la vita

Purtroppo è tempo di polemiche, di scontri, di attacchi anche violenti, di critiche feroci nelle direzioni più diverse, dalle guerre con ritorni preoccupanti di antisemitismo alla negazione del nostro passato e della nostra cultura, dal tentativo diffuso di inserire la carriera alias nelle scuole agli scontri nelle Università, dal diritto di aborto nella Costituzione in Francia e nella Carta della Ue in Europa, alle accuse di voler minacciare la legge 194 sull’aborto per il solo fatto di avere evocato la presenza di volontari nei consultori.

Grande è la confusione sotto il cielo, e io mi metto per un attimo nei panni di una mamma che vuole spiegare alle sue figlie ancora piccole come stanno le cose e vuole dare loro delle indicazioni corrette e non falsate dalla ideologia o dalla malafede. Guardiamo allora i fatti e non le opinioni. La legge 194 all’articolo 1 recita che «lo Stato riconosce il valore sociale della maternità» e poco dopo che «lo Stato, le Regioni e gli Enti locali (...) promuovono e sviluppano i servizi socio sanitari». All’articolo 2 si legge che «i Consultori assistono la donna in stato di gravidanza (...) d) contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione di gravidanza». Non solo: «I consultori (...) possono avvalersi della collaborazione volontaria di idonee formazioni sociali di base e di associazioni di volontariato». Infine, all’articolo 5: «Il consultorio e la struttura socio sanitaria hanno il compito (...) di esaminare con la donna (...) le possibili soluzioni dei problemi proposti, di rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione della gravidanza (...) offrendole tutti gli aiuti necessari sia durante la gravidanza che dopo il parto».

Questo dice la legge. Parole che dovrebbero spazzar via ogni polemica che non sia pretestuosa e fatta a prescindere dalla verità. A questo dovrebbero attenersi i giornalisti professionalmente corretti quando riferiscono fatti che riguardano la legge 194, per il rispetto che tutti dovrebbero alle donne. Invece stupisce che anche sui media riferendo i contenuti della 194 si sorvoli su quanto ho riportato, e a proposito dell’articolo 5 si dica solo che in esso si esclude ogni e qualsiasi intromissione del padre nella decisione della donna di abortire.

Il Movimento per la Vita attraverso i Centri di Aiuto alla Vita da sempre svolge questo servizio, da sempre lo fa gratuitamente, da sempre non forza e non condizione nessuno, da sempre accoglie, aiuta ed evita che ci siano i famosi e tragici aborti cosiddetti “economici” che, con un minimo di sostegno, certamente si ridurrebbero moltissimo. La prova sta nel fatto che non mi risulta ci sia nessuna mamma che si sia scagliata contro i Cav per averla “costretta a partorire”. Al contrario, sono centinaia e centinaia le mamme che ringraziano e sono felici del bambino che hanno accettato e che ora è la loro forza. Perché non riconoscere l’evidenza dei fatti? A chi giova?

Nella 194 c’è un minimo tentativo di apertura alla vita, e la recentissima decisione del governo di potenziare i consultori con presenze gratuite di volontari a sostegno del servizio che svolgono è perfettamente in linea con la legge. Negare tutto questo è negare la verità, prove alla mano. C’è allora da chiedersi con rammarico come mai non riusciamo a essere convincenti presso l’opinione pubblica, e a volte presso anche certi ambienti a noi vicini. Forse troppe grida, troppe provocazioni reciproche, troppi insulti, che certo non aiutano.

Mi auguro che possa aprirsi una stagione nuova, più serena e più attenta alla realtà delle cose: non per la vittoria di qualcuno ma solo per il bene di tutte quelle donne, anche giovanissime, che a parole tutti difendono ma che troppo spesso si trovano in solitudine ad affrontare situazioni drammatiche, e che in silenzio aspettano una mano tesa che potrebbe salvarle dalle lacrime e da una scelta traumatica e dolorosa.

Occorre dunque aprire una stagione nuova che celebri da parte di tutti la bellezza di una vita che nasce, che racconti la riscoperta della vita come armonia, come celebrazione di un prossimo futuro fatto di speranza e di pace nel nome della vita.