Testimoni. Con Alessandra al volante della vita. Perché «l'amore può tutto»
Alessandra Pederzoli nella copertina del suo libro
Vinta dopo 15 anni dal tumore, ma mai piegata dalla malattia, la moglie del sindaco di Modena ha lasciato una traccia profonda «Essere felici è possibile: attingendo al nostro potenziale, per realizzare la nostra rivoluzione umana, in cui alternare la guida al volo, certi che “l’amore può tutto!”».
Queste parole, tratte dalla quarta di copertina del suo libro autobiografico Al volante della mia vita (Artioli 1899 Editore), rappresentano pienamente la visione della vita, e anche della morte, di Alessandra Pederzoli, commercialista, docente all’Università di Modena-Reggio Emilia, moglie del sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli e mamma di Emma, 11 anni, scomparsa a soli 48 anni, dopo una lunga malattia, il 23 giugno. Una morte che ha colpito profondamente tutta la città e non solo, dato che Alessandra era conosciuta, stimata e amata anche al di là, all’Università, nella sua cittadina di origine, Mirandola, e nell’arcidiocesi di Modena-Nonantola.
I funerali, infatti, in un Duomo gremito di gente, autorità ma anche di tante persone comuni, sono stati celebrati dall’arcivescovo e vice presidente della Cei Erio Castellucci.
Sulla bara rossa, il colore che amava di più, il già citato motto della sua vita: « L’amore può tutto». E a esso si è rifatto monsignor Castellucci, che ad Alessandra si è rivolto direttamente, con affetto. «Sei stata davvero “al volante” della tua vita, dall’inizio alla fine – ha sottolineato –, nonostante il pesante freno del tumore. Sei stata al volante della tua famiglia: hai guidato tuo marito e tua figlia con l’energia del sorriso, li hai accompagnati nel viaggio della tua malattia, aiutandoli a crescere nella pazienza e nella fede; senza vergognarti di chiedere a tua volta una mano. Sei stata al volante fino all’ultima sera della tua vita, quando hai partecipato, con le tue energie residue, alla festa di compleanno di tuo marito: per dimostrare una volta di più che “l’amore può tutto”».
Del resto, ha ricordato l’arcivescovo, «eri abituata a vivere al volante. Sin da giovanissima, nella tua Mirandola, ti sei spesa non solo nella tua famiglia d’origine, ma anche nella tua comunità parrocchiale, come educatrice e catechista, animatrice della liturgia, del canto e delle attività pastorali. In quegli anni hai maturato la tua fede, solida e concreta, fatta più di gesti d’amore che di parole e ragionamenti. Lì hai imparato a spenderti gratuitamente e lietamente, al di là del dovuto, facendo tua la convinzione di San Paolo: “Dio ama chi dona con gioia” (2 Cor 9,7)».
Alessandra Pederzoli aveva un curriculum professionale ricchissimo, ma soprattutto una grande umanità e un instancabile attivismo. Faceva parte di diverse associazioni “al femminile” e per valorizzare la leadership delle donne, come NedCommunity e Associazione donne leader in Sanità. E da febbraio 2022 aveva aperto una significativa pagina Instagram, «riscriviamolanostrastoria», nella quale raccontava la sua storia quotidiana, per testimoniare che si può essere felici in qualunque situazione.
«Combatto da 15 anni con un ospite indesiderato – raccontava fin dall’inizio –. Amo la bellezza e mi nutro delle vite degli altri! La vita è meravigliosa», oltre che, naturalmente « L’amore può tutto». « In questo momento Alessandra è andata nel suo paradiso di gioia e vita – hanno scritto nell’ultimo post marito e figlia –. Un abbraccio ai tanti che sono con noi». « Hai saputo dare dignità alla sofferenza e alla vita – ha aggiunto qualcun altro –. Penso che questo sia il regalo e l’esempio più bello che tu ci hai fatto. Grazie».