Vita

LA DIFESA DEI PIU' DEBOLI. I Cav "sfidano" la politica: «Dia voce alla vita»

Paolo Guiducci sabato 27 ottobre 2012
«La politica in Italia è il luogo dove si tenta di soffocare la voce della vita. Parlamenti, consigli regionali, provinciali e comunali tentano di imporre questo silenzio a ogni livello». Carlo Casini, deputato al Parlamento europeo, questo bavaglio proprio non lo accetta e rilancia la sfida e dal palco di Bellaria punta il dito sul cammino di quella politica che trascura e anzi osteggia la tutela della vita sacrificandola ad altri interessi. L’occasione è il XXXII Convegno dei Cav, i Centri di Aiuto alla Vita, dal titolo “Uno di noi, insieme per la vita”, in programma fino a domenica. Anche nell’attuale crisi economica e nella situazione di crescente sfiducia nell’amministrazione della cosa pubblica, infatti, «la vita chiede voce alla politica ma è altrettanto indispensabile che la politica chieda voce alla vita». Un paradosso? Per Casini è un’evidenza che impone la realtà. «Oggi occorre un generale rinnovamento civile, morale e anche politico. Da dove ripartire? All’epoca dell’enciclica Rerum Novarum la prima pietra fu lo sguardo sulla condizione operaia. – ha proseguito l’onorevole fiorentino - Oggi indichiamo come come forza rinnovatrice anche nella politica, lo sguardo sull’embrione umano». Anche gli economisti sostengono lo stretto rapporto esistente tra crollo della natalità, aborto e crisi economica. Per Casini, sono persino in gioco le stesse categorie del pensare e del progettare in politica. L’eurodeputato elenca due proposte concrete. «La riforma dell’articolo 1 della Costituzione e la proposta di legge sui consultori. Nel secondo caso, senza colpevolizzare la donna che decide per l’aborto, i consultori siano davvero luoghi in cui lo Stato si schiera per la vita e a difesa della vita di tutti».Un servizio attualmente messo in campo dalle associazioni pro life, e non sempre in facile collaborazione con le istituzioni. L’assistenza alle donne durante e dopo la gravidanza è l’orizzonte in cui si pongono gli oltre 330 Cav della penisola, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia. Si calcola che nel 2011 siano stati 17mila i bambini nati grazie all’azione di questi volontari, per un totale di 60mila donne assistite, in media 183 per ogni Cav. Numeri in continua crescita. «Gli operatori Cav esprimono la vocazione universale di essere ognuno custode del suo fratello – ha detto in proposito nella tavola rotonda in apertura di convegno il Vescovo di Cremona monsignor Dante Lanfranconi - Un volontariato a servizio della vita ha pertanto una grande rilevanza sociale nel costruire la città degli uomini nel rispetto della dignità di ogni uomo». «Un popolo della vita grande e coeso – ha rilanciato il magistrato e vicepresidente del Movimento per la Vita italiano, Giuseppe Anzani – che coniuga ragione e passione». Non sempre la voce dei più indifesi e delle madri in difficoltà riesce a raggiungere il mondo della comunicazione ed essere compresa e comprensibile. A mostrare come la voce della vita venga afferrata ma soprattutto banalizzata quando non apertamente falsificata e osteggiata, ci ha pensato il giornalista di Avvenire Umberto Folena. «Nel 2005, in occasione del referendum sulla procreazione medicalmente assistita, il popolo della vita subì un attacco frontale da parte degli intellettuali e degli opinion leaders che cercavano di raggiungere così la fascia più “alta” della popolazione (33%), mentre il restante 67% era appannaggio delle donne testimonial. Oggi – ha proseguito l’editorialista – siamo invece in presenza di una polemica violenta nei confronti della Chiesa e di utilizzo di emozioni forti in materia di vita. Uno stile molto pericoloso». Proprio come la campagna mediatica dei Centri di Pianificazione di Vita francesi che parla dell’aborto come un atto facile, banale, innocuo. Evidentemente questi guru della comunicazione per la vita non hanno messo piede in un Cav. «Tra le donne che si rivolgono a noi – assicura Anna Spurio del Cav Roma Palatino – c’è grande consapevolezza di quello che stanno per compiere o che è già successo. Nessuna di loro pensa che in grembo vi sia solo un grumo di cellule ma un bambino. Il suo bambino».