Vita

COMUNE . Bio-testamento, a Milano si punta alla forzatura

Daniela Fassini sabato 8 settembre 2012
Dopo le coppie di fatto, il testamento biologico: un altro strappo nella giunta di Milano. L’amministrazione di centrosinistra guidata dal sindaco Giuliano Pisapia è determinata a istituire il registro che raccoglie le ultime volontà dei milanesi quanto ai trattamenti sanitari di fine vita. Ieri la prima seduta in commissione affari istituzionali ha riacceso il dibattito fra maggioranza e opposizione dopo il lungo lavoro di mediazione fra l’ala laica e quella cattolica della giunta milanese.L’assessore comunale al Welfare, a sorpresa, solo pochi giorni fa, aveva infatti inserito nel piano triennale delle politiche sociali la "Carta dei diritti del malato" che riportava, fra i vari punti, anche l’istituzione del registro sul bio-testamento. Un atto che, a differenza del registro per le coppie di fatto, non era elencato nel programma elettorale di Pisapia. E il passo in avanti dell’assessore Majorino aveva trovato il disaccordo del vicesindaco, Maria Grazia Guida che, insieme all’assessore alla Sicurezza Marco Granelli, si era fermamente opposta all’integrazione di quel documento nel piano di zona sul Welfare. Alla fine, la giunta ha approvato all’unanimità il piano, senza l’allegato incriminato. Al suo posto, è stato inserito un riferimento con il quale, di fatto, si dà avvio alla discussione in consiglio comunale.Ma sul tavolo dei consiglieri c’è anche una delibera di iniziativa popolare promossa dai radicali, che è però ancora al vaglio del Comitato dei garanti del Comune. Un passaggio obbligato sul quale l’opposizione ieri in commissione ha puntato il dito perché già a giugno, lo stesso comitato di saggi aveva bocciato l’iniziativa popolare analoga del comitato "Io scelgo", giudicata «inammissibile» perché «materia di competenza del legislatore nazionale».«Siamo qui a discutere sul nulla – ha tuonato ieri in commissione il capogruppo del Pdl, Carlo Masseroli – perché dobbiamo prima aspettare il pronunciamento dei garanti, eppoi l’istituzione del registro non possiede alcuna efficia dal punto di vista amministrativo. È solo un atto ideologico e politico». L’entrata a gamba tesa del Comune di Milano sul tema "fine vita" sarebbe solo un modo, secondo l’opposizione, per accendere i riflettori sull’amministrazione milanese di centrosinistra, a pochi mesi dalle elezioni. La maggioranza tira dritto. In attesa di una seconda e probabile bocciatura dei garanti, c’è già pronto un escamotage: una delibera di iniziativa consiliare che dovrebbe aprire la strada all’istituzione del registro. «Il Partito democratico si farà carico di presentare nuove delibere» ha annunciato ieri il presidente della commissione affari istituzionali, la democratica Marilisa D’Amico. Ma non basta. Per «dare un contributo importante al tema del fine vita», lunedì sera, il Comune ha invitato consiglieri e cittadini a una proiezione speciale del film «Bella Addormentata» con il regista Marco Bellocchio.