Ricerca. «Bambini farfalla», Holostem in salvo?
Una delle immagini-simbolo delle campagne social a sostegno di Holostem
A poche ore dalla messa in liquidazione, e dunque dalla parola fine per la speranza di tanti malati di Epidermiolosi bollosa (“bambini farfalla”) e dei pazienti con ustioni della superficie oculare, qualcosa si muove per il salvataggio del Centro di Medicina Rigenerativa di Modena, dove da 15 anni si conducono ricerche su terapie avanzate per le malattie rare.
Nella giornata di mercoledì 29 novembre il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha dato il via libera all'acquisizione condizionata della società Holostem, spin off dell’università di Modena e del Centro, da parte della Fondazione Enea Tech.
Un annuncio giunto sul filo di lana perché se entro la fine di novembre non fosse stata completata la cessione del 100% delle quote di questa società a Enea Tech Biomedical, la fondazione di diritto privato vigilata proprio dal Ministero, il liquidatore nominato un anno fa sarebbe stato costretto a procedere alla liquidazione definitiva e alla sospensione delle attività produttive, con oltre 80 tra ricercatori, biotecnologi e tecnici che avrebbero dovuto interrompere gli studi e perdere il posto di lavoro dopo aver dedicato una vita, non solo professionale, alle malattie rare.
Nell'ultimo anno, dalla nomina del liquidatore, è stato un susseguirsi di speranze, illusioni e disillusioni, con il coinvolgimento dell'opinione pubblica grazie anche a una vasta campagna social, ripresa nei giorni scorsi e portata avanti soprattutto dall’associazione “Le ali di Camilla”, formata da genitori di malati, in particolare bambini e ragazzi, e che nei giorni scorsi avevano chiamato di nuovo in causa proprio il ministro Urso
Con la chiusura di Modena sarebbe andato in fumo anche l’immenso know-how che ha contribuito a fare dell’Italia uno dei Paesi più all’avanguardia nel campo delle cellule staminali e della medicina rigenerativa. Per i “bambini farfalla”, ad esempio, si è oramai a un passo dalla sperimentazione clinica europea.
Rispondendo al question time alla Camera sulla vicenda, Urso, ha detto tra l’altro di aver dato «il via libera all'acquisizione della società Holostem da parte della Fondazione Enea Tech subordinando la stessa a tre inderogabili condizioni, volte a garantire l'immediato ingresso nella Holostem di un adeguato e qualificato management; l'elaborazione di un piano industriale entro 6 mesi dall'acquisizione, che evidenzi chiaramente le strategie volte al contenimento dei costi e all'incremento del fatturato aziendale; e, in terzo luogo, l'impegno della società a ricercare investitori privati e partner industriali, finalizzandone l'ingresso nella compagine societaria entro un congruo termine dall'acquisizione e avvalendosi a tal proposito del supporto di Invitalia».
Il ministro ha ripercorso le tappe della vicenda: «Il gruppo Chiesi, che nel 2022 ha registrato un fatturato di 2,7 miliardi di euro ponendosi al primo posto nel nostro Paese per ricerca e sviluppo farmaceutico, ha ritenuto di assumere il 30 novembre dello scorso anno la decisione di mettere in liquidazione la società ritenendola evidentemente non sostenibile alla luce di una perdita annuale media negli ultimi anni pari a 8,3 milioni. In tale contesto poteva apparire logica la soluzione legata all'ingresso di un partner industriale con una forte esperienza nella commercializzazione dei farmaci o, in subordine, quella di dar vita a un soggetto non profit che avrebbe sostenuto Holostem nella sua meritoria attività con donazioni liberali. La società ha invece optato per la manifestazione di interesse formalizzata ad aprile del 2023 da un soggetto pubblico, la Fondazione Enea Tech e Biomedical. Tale Fondazione – ha però obiettato Urso – nei suoi circa 4 anni di vita non ha sviluppato uno specifico know-how sulla valorizzazione industriale e commerciale della ricerca farmaceutica ed anzi ad oggi non ha dato corso ad alcun progetto». Non tutte le nubi dunque sono diradate sul futuro di Holostem. Oltre alle tre condizioni poste, il ministro ha infatti sottolineato che la soluzione prevista dovrà essere «compatibile col regime sugli aiuti di Stato».