La nostra salute. «Così combattiamo anche le emicranie più complicate»
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Circa il 15% della popolazione italiana soffre di emicrania, una patologia molto frequente, anche invalidante, che oggi però può contare su trattamenti efficaci. Ce ne parlano due esperti dell’Istituto Auxologico San Luca di Milano: Nicola Ticozzi, direttore dell’Unità operativa di neurologia, e il neurologo Stefano Messina, responsabile del Centro Cefalee. L’emicrania, spiegano, «è una patologia molto complessa che si presenta con vari sintomi. Il principale è il mal di testa o cefalea. Il dolore è il sintomo più frequente. In certi casi si può presentare l’aura che porta a limitazioni del campo visivo o formicolii. La patologia colpisce soprattutto la fascia della popolazione attiva in ambito lavorativo e familiare con una ricaduta economica e sociale di grande portata. Le donne sono le più colpite in un rapporto di tre a uno, fra i 18-20 e i 50 anni».
Stefano Messina - Ugo De Berti, www.udb.it
Perché gli effetti si manifestino «dev’esserci una predisposizione genetica. Spesso il paziente riporta di parenti che hanno sofferto di emicrania. Tra i fattori scatenanti, il principale è lo stress, ma anche alcuni cibi come la cioccolata, salumi e formaggi stagionati, o il cambiamento delle abitudini di vita. Si sente spesso parlare dell’emicrania da week-end, quando ci si rilassa dopo una settimana impegnativa. Anche l’assenza di sonno o il jet-lag hanno un ruolo. Nelle donne l’attacco di emicrania si può presentare poco prima del ciclo mestruale, con il calo fisiologico degli estrogeni». Quanto alle terapie, «rispetto a qualche anno fa il panorama è molto cambiato. La terapia dell’emicrania si basa su due tipologie di farmaci. I farmaci che vengono utilizzati per trattare l’attacco acuto e quelli che vengono prescritti come profilassi per ridurre la probabilità che si verifichino attacchi emicranici. Fino a qualche anno fa gli unici farmaci erano molecole sviluppate per altre patologie e risultate efficaci nella profilassi delle emicranie, quali i betabloccanti o alcuni farmaci antiepilettici. Oggi, grazie alle ricerche che hanno spiegato i meccanismi biologici alla base dell’emicrania, sono entrati in terapia una serie di farmaci che agiscono su una via metabolica che coinvolge un particolare neuropeptide, il Cgrp (peptide correlato al gene della calcitonina), e che contribuisce alla comparsa dell’attacco emicranico e del dolore. Da poco abbiamo a disposizione una nuova serie di farmaci, fra cui gli anticorpi monoclonali rivolti direttamente al Cgrp o al recettore di questa molecola, estremamente efficaci. Possiamo anche trattare, con successo, i pazienti in profilassi con la tossina botulinica».
Nicola Ticozzi - Ugo De Berti, www.udb.it
Il Centro Cefalee dell’Auxologico «offre una presa in carico a 360 gradi partendo dalla diagnosi. Abbiamo ambulatori dedicati per trattare persone adulte, adolescenti e donne in gravidanza, o che desiderano una maternità. C’è la possibilità di offrire terapie innovative quali gli anticorpi anti-Cgrp e infiltrazioni di tossina botulinica, oltre ai gepanti, farmaci presi per bocca che sembrano essere molto efficaci per il controllo dell’emicrania. Esiste poi una serie di offerte non farmacologiche, come le tecniche di rilassamento muscolare, la mindfulness, la valutazione dietologica, l’agopuntura, la fisioterapia e la possibilità di trattare pazienti con cefalea cronica che sono andati incontro a complicanze dovute all’abuso di farmaci analgesici».